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Dalla bulimia alla rinascita, la bella favola di Marilisa

Raccontare di disturbi del comportamento alimentare, abbracciando in un percorso non semplice, la speranza e la paura per poi riscattarsi. Aprirsi, con coraggio al mondo, porgendo senza timore la mano a chi ne soffre, perché solo insieme si può essere più forti. A raccontare la sua storia è Marilisa Visaggi, ristoratrice e cuoca di Terlizzi,…
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Raccontare di disturbi del comportamento alimentare, abbracciando in un percorso non semplice, la speranza e la paura per poi riscattarsi. Aprirsi, con coraggio al mondo, porgendo senza timore la mano a chi ne soffre, perché solo insieme si può essere più forti. A raccontare la sua storia è Marilisa Visaggi, ristoratrice e cuoca di Terlizzi, che con coraggio ha deciso di raccontarsi per lanciare un messaggio di fiducia nella medicina ma soprattutto nelle proprie forze e volontà. Lei che per anni ha convissuto con la bulimia, oggi è finalmente rinata grazie alla cucina, e al suo grande sogno: «Il Tummà» l’osteria che è il simbolo della sua rinascita.

«Ho iniziato a soffrire di bulimia a sedici anni- racconta Marilisa- mangiavo e vomitavo di tutto di più, poi sono passata ai lassativi e ad alcune fasi di anoressia (quando i miei hanno scoperto gli episodi continui di vomito). Sono stata da vari psicologi/psichiatri ma non ho mai trovato in nessuno di loro uno stimolo particolare per poter uscire. Ne sono uscita da sola (dal punto di vista tecnico) a ventuno anni, dopo aver visto soffrire i miei genitori i quali, hanno già mio fratello affetto da una malattia congenita e non indifferente. Ho sempre amato cucinare ma come spesso accade, lo facevo per gli altri e non per me. Io ero quella del riso in bianco, delle verdure bollite e scondite ma poi, ai tempi dell’università, essendo fuori sede, spesso si cenava in compagnia ed eravamo in tanti. Lì ho iniziato a cucinare di tutto di più e poi c’era la parte bella, quella conviviale, fatta di chiacchiere, di risate e piano piano ho iniziato ad assaggiare anche io le cose che tutti assaggiavano e tutti esaltavano. Da qui è iniziata la rinascita, un percorso d’amore per il cibo ed oggi è diventata la mia professione».
Chi l’è stato accanto in questo percorso? «Nel percorso mi sono stata accanto io prima di tutto! Perché ho sempre pensato che bisogna aiutarsi da soli prima di tutto. Nel percorso della bulimia mi è stata accanto la mia famiglia, i miei genitori, alcuni miei amici che pian piano mi hanno fatto capire che ho tanto da dare agli altri e tanto da ricevere».
In che modo oggi vuole aiutare le persone con disturbi alimentari? «Vorrei poter aiutare chi ha sofferto come me e quindi chi soffre, con la speranza di poter comunicare questa “terapia d’amore per il cibo” a più persone e con la speranza che anche loro possano vederlo come amico, come soddisfazione. Il mio sogno, all’interno del mio ristorante, sarebbe quello di organizzare una cena di «beneficienza» dove i protagonisti della cucina (con me accanto) siano ragazzi e ragazze che soffrono di questa patologia e secondo me, raccogliere applausi in tal caso potrebbe dare loro una bella spinta e chi lo sa? Magari un domani potrebbe diventare una vera e propria terapia» ha concluso Marilisa Visaggi.

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