Si intitola Erreconzero il documentario, presentato stamattina all’ospedale Miulli di Acquaviva delle Fonti, che racconta l’inizio della pandemia da Covid-19 e cerca di spiegare cosa è cambiato all’inverno-primavera del 2020.
“Covid-19, 5 anni dopo. Cosa abbiamo imparato?”, il titolo del convegno organizzato dall’ospedale nel corso del quale è stato presentato il documentario, premiato anche a Berlino. Erreconzero è girato da Andrea Ferrante, prodotto da Vito Schirone (produzione Novi New) e co-prodotto da Apulia film commission.
Al convegno hanno partecipato, tra gli altri, il governatore dell’ospedale Miulli monsignor Giuseppe Russo; l’europarlamentare Antonio Decaro; il direttore del dipartimento Salute della Regione Puglia Vito Montanaro; il direttore generale dell’Asl Bari, Luigi Fruscio.
Per Russo «ci sono stati infermieri e medici che hanno perso la vita. Questi cinque anni servono per dirci bravi. Ma lo sguardo non può non estendersi su temi più trasversali, come quello della scienza che ha fatto qualcosa di importante provvedendo al vaccino nonostante il disaccordo di alcuni».
Decaro, all’epoca sindaco di Bari, ha evidenziato che «sono passati cinque anni, ma sembrano secoli. Abbiamo passato il periodo più difficile della nostra vita, che abbiamo superato anche grazie all’impegno degli operatori sanitari e dei volontari. Oggi ci resta la voglia di stare insieme, la solidarietà che abbiamo riscoperto e spero che le nostre comunità continuino a stare insieme».
Quello della pandemia, ha aggiunto l’eurodeputato, «è stato un momento in cui ci siamo sentiti più vicini all’Europa, perché l’Unione europea ha deciso di usare il debito comune per acquistare i vaccini e poi per uscire da una situazione difficile dal punto di vista economico e sociale, attraverso il Next generation Eu, che in Italia abbiamo chiamato Pnrr, con l’obiettivo di recuperare i divari».
Decaro ha poi raccontato un aneddoto: «Quello più difficile, immortalato in un video mai reso pubblico e che ogni tanto riguardo, è avvenuto all’interno di una casa per anziani. Quando sono entrato – ha ricordato – non c’era nessuno, era rimasto solo un operatore sanitario perché si erano ammalati tutti, altri si erano allontanati. Quel giorno ho dovuto emettere un provvedimento per obbligare l’Asl Bari a prendersi cura di quelle persone».
Montanaro ha chiarito che «ci è rimasta un’esperienza umana di grandissimo valore, ma anche professionale di altissimo livello che applicheremo migliorando i processi organizzativi anche nel futuro. Il Piano pandemico regionale è in continua manutenzione, aspettiamo il Piano nazionale, rispetto al quale ogni regione dovrà adeguare le proprie azioni e il proprio modello organizzativo».
Intanto, però, «il Piano vaccinale, prodromo di quello pandemico, sta andando avanti con difficoltà, perché negli anni si è creata disaffezione da parte dei cittadini nel vaccino, ma è stato fondamentale e lo sarà anche in futuro».