Un “Ecce Nanni” senza politica, ma denso di ricordi e aneddoti. Nanni Moretti ha incantato il pubblico del teatro Petruzzelli, durante l’incontro di cinema del Bif&st, ripercorrendo la sua carriera in dieci capitoli, dopo la proiezione del suo film cult “Ecce Bombo“, uscito nel 1978.
Il regista, premiato con il “Bif&st arte del cinema” dal direttore Oscar Iarussi, ha subito messo in chiaro: «Voglio raccontare la mia storia di regista, dal principio ad oggi».
Un viaggio tra le origini in Super 8 («Oggi è più facile, allora era come una Polaroid»), la regia («Ho sempre voluto fare i film che mi piacevano»), la sceneggiatura («L’avventura umana di scrivere con altri»), la produzione («Restituire un pezzo di fortuna agli esordienti») e il rapporto con il pubblico («I miei personaggi non sono io»).
Moretti ha poi sottolineato come spesso il pubblico tenda a identificare le dichiarazioni dei suoi personaggi con il suo pensiero personale, e ha fatto l’esempio della frase «Io sono il più grande» pronunciata in “Caro diario“, che altro non era che una citazione di Mohammed Alì.
Un capitolo speciale è stato dedicato al cinema Nuovo Sacher, «nato per portare avanti le mie idee all’interno dell’industria», e alla sua programmazione coraggiosa, con film di Ken Loach e altri autori “difficili”.
«Non sono un paladino, ho fatto tutto per piacere», ha concluso Moretti, con la consueta schiettezza. E sulla critica cinematografica, una battuta: «Chiunque può dire qualsiasi cosa, io non replico mai».

