Si è chiuso con sei condanne e un’assoluzione il processo, celebrato con rito abbreviato, per il duplice tentato omicidio avvenuto nel quartiere Madonnella di Bari il 18 settembre 2018. Si tratta di un episodio che segnò l’inizio di una delle più violente guerre di mafia in città.
La sentenza
Il gup del Tribunale di Bari, Giuseppe Battista, ha inflitto otto anni di reclusione ciascuno a Cristian Di Cosimo, Roberto Mezzina Troiani, Nicolas Primavera, Francesco Alessandro Rafaschieri, Tommaso Ruggiero e Marco Tempesta, riconoscendoli colpevoli del reato di tentato omicidio aggravato dal metodo mafioso. Assolto invece, «per non aver commesso il fatto», Ivan Lovergine, l’unico imputato a uscire indenne dal processo.
Il pubblico ministero antimafia Marco D’Agostino aveva chiesto 14 anni di carcere per tutti gli imputati. Secondo la ricostruzione della Direzione distrettuale antimafia, la sera del 18 settembre 2018 un commando armato, a bordo di tre motociclette e di un’Alfa Romeo, aprì il fuoco all’incrocio tra via Dalmazia e via Cafaro contro due uomini in sella a uno scooter.
Uno dei bersagli fu colpito da diversi proiettili e rimase gravemente ferito: ricoverato in ospedale in prognosi riservata, si salvò solo grazie a un delicato intervento chirurgico. Per gli inquirenti, l’agguato fu un’azione del clan Strisciuglio del quartiere San Paolo, mirata a conquistare il controllo delle piazze di spaccio nel quartiere Madonnella, fino a quel momento gestite dal clan Palermiti. Un agguato che segnò l’inizio di una nuova fase di violenza tra i gruppi criminali cittadini, culminata nella faida di Japigia, che provocò numerosi ferimenti e omicidi.










