SEZIONI
SEZIONI
Bari
Sfoglia il giornale di oggiAbbonati

Bari, ristorazione e ospiti fantasma: così Malanga gestiva Torre Quetta

Una concessione ottenuta dichiarando il falso, presentando falsi documenti e attestazioni durante la procedura di gara, un codice Ateco non adeguato e fantomatici ospiti musicali. C’era tutto questo, nella gestione del 2018 di Torre Quetta, affidata (e poi revocata nel 2020) dal Comune di Bari alla società “Il Veliero” in Rti con la “Esperia Nuoto…
l'edicola

Una concessione ottenuta dichiarando il falso, presentando falsi documenti e attestazioni durante la procedura di gara, un codice Ateco non adeguato e fantomatici ospiti musicali. C’era tutto questo, nella gestione del 2018 di Torre Quetta, affidata (e poi revocata nel 2020) dal Comune di Bari alla società “Il Veliero” in Rti con la “Esperia Nuoto srl ssd”, formalmente intestata a Rosa Di Modugno ma di fatto amministrata dal suo compagno, il pregiudicato Orlando Malanga.

Il processo

Al termine di un processo durato circa due anni, la giudice monocratica del tribunale di Bari, Antonietta Guerra, ha condannato Di Modugno a un anno e 6 mesi, Malanga a 2 anni e 2 mesi, superando e di molto le richieste fatte dalla procura rispettivamente di 8 mesi e 4 mesi. I due sono stati anche condannati a una multa da 600 euro (lei) e 800 (lui), oltre a dover risarcire in separata sede il Comune di Bari costituitosi parte civile, aggiungendo una provvisionale da 2mila euro.

Il fatto

Secondo quanto accertarono i finanzieri del Comando provinciale di Bari, per partecipare alla gara d’appalto per la concessione, avrebbero presentato false attestazioni relative al codice Ateco: l’avviso infatti prevedeva che i partecipanti avrebbero dovuto avere come attività principale, da statuto, quella relativa a servizi turistico ricreativi, mentre la società della 60enne era specializzata nella gestione bar e altri esercizi simili senza cucina, mentre l’altra si occupava di salvamento a mare.

Ma non solo: per scavalcare gli altri partecipanti, ottenendo l’appalto, avrebbero depositato una lettera d’intenti priva di sottoscrizione, intestata ad una terza società, la “Cinik”, nella quale si indicavano nomi di spicco dello spettacolo come partecipanti al programma di manifestazioni in preparazione per quell’anno. Ma il titolare della Cinik, sentito dai finanzieri, ha spiegato di non aver mai collaborato né con la capogruppo né con la mandante, e che vi era stato solo un contatto preventivo con il R.T.I. aggiudicatario, cui non era seguita né la redazione di un programma né la comunicazione di un preventivo.

La giudice nelle motivazioni alla sentenza, inoltre, evidenzia la vicinanza di Malanga all’allora consigliere comunale Pasquale Finocchio, definendolo “verosimilmente ‘troppo vicino’ a qualche componente del consiglio comunale”, acquisendo la testimonianza di un finanziere relativamente ad alcune «intercettazioni telefoniche intercorse tra il Malanga e un’esponente del Comune di Bari, Finocchio Pasquale».

CORRELATI

Bari, Cronaca","include_children":"true"}],"signature":"c4abad1ced9830efc16d8fa3827ba39e","user_id":1,"time":1730895210,"useQueryEditor":true,"post_type":"post","post__in":[453139,453046,453037],"paged":1}" data-page="1" data-max-pages="1" data-start="1" data-end="3">

Lascia un commento

Bentornato,
accedi al tuo account

Registrati

Tutte le news di Puglia e Basilicata a portata di click!