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Bari, Pane e Pomodoro e il valzer delle panchine: conquistate le aree della spiaggia libera

Arredo urbano pubblico? Macché. Le panchine di Pane e Pomodoro sono state disancorate dal suolo e portate lì dove serve: sotto un gazebo per dormire al fresco, vicino a una siepe o davanti all’onda blu in cemento armato a ridosso delle giostrine dei bambini. E perché? Perché così ha deciso qualcuno. Le responsabilità Stando al…
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Arredo urbano pubblico? Macché. Le panchine di Pane e Pomodoro sono state disancorate dal suolo e portate lì dove serve: sotto un gazebo per dormire al fresco, vicino a una siepe o davanti all’onda blu in cemento armato a ridosso delle giostrine dei bambini. E perché? Perché così ha deciso qualcuno.

Le responsabilità

Stando al racconto dei bagnanti, gruppi di migranti starebbero, un po’ per volta, conquistando aree della spiaggia libera cittadina. «Non sapendo dove andare, dormono in spiaggia», riferisce un volontario del Comitato cittadinanza attiva spiaggia Pane e Pomodoro.

I furti

A loro vengono imputati alcuni dei furti di borse da mare, telefonini e oggetti personali, commessi in spiaggia nonostante il presidio fisso, statico, degli agenti di Polizia municipale. «Sarebbe più utile che passeggiassero in spiaggia, perché rimanere fermi non consente una visione d’insieme», afferma uno dei volontari del Comitato cittadinanza attiva della spiaggia di Pane e Pomodoro. Riferiscono che a impedire agli agenti della Locale di pattugliare a piedi la spiaggia, arrivando quasi a ridosso del bagnasciuga, sarebbero le scarpe in dotazione al Corpo della polizia del Comune. Per i sindacati non sarebbero idonee per questo tipo di servizio, bensì per altri tipi di pattugliamento.

I sindacati

Ma proprio su questo argomento il Coordinamento sindacale autonomo respinge al mittente le affermazioni. «Quando poniamo le transenne per il divieto di balneazione, camminiamo eccome in spiaggia. Il problema è un altro. In una riunione con Sindaco e direttore generale del Comune, abbiamo chiesto la dotazione di giubbini e guanti antitaglio, spray balistico urticante e bastone distanziatore; in quanto ausiliari di polizia durante i servizi di sicurezza disposti da Questore e Prefetto».

I volontari in spiaggia, che danno ogni tipo di sostegno ai bagnanti, più volte hanno anche sollecitato la pulizia dell’area attrezzata a verde; ricettacolo d’immondizia e di escrementi di chi ha scambiato Pane e Pomodoro per un bagno pubblico.

Proprio davanti al verde della spiaggia, sono state collocate le telecamere che per essere funzionali allo scopo avrebbero bisogno che ai monitor di sorveglianza, a cui sono collegate, ci fosse una presenza costante. Invece, per ciò che ci è stato riferito, non è possibile. Così, per paradosso, alle spalle delle telecamere, proprio tra gli anfratti della vegetazione, vengono nascosti zaini e borse da mare sottratti ai turisti. Anche perché, grazie all’ombra, la maggior parte degli stranieri senza ombrelloni è li che preferisce trascorrere la giornata di mare».

I soccorsi

C’è anche un’altra questione che preoccupa i volontari: «Con la chiusura di Torre Quetta, nel fine settimana si riversano a Pane e Pomodoro tra i 7 e gli 8mila bagnanti. Sebbene il 118 assicuri tempi d’intervento celeri, in caso di necessità non sarebbe affatto semplice gestire le emergenze in attesa delle ambulanze vista l’affluenza e sarebbe forse più utile ipotizzare la presenza di un punto di primo soccorso». Consigli resi al Comune affinché servano a creare un piano ad hoc in vista del completamento dei lavori di Costa del Sud.

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