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Bari, movida nell’Umbertino: «Far West. In attesa di nuove regole servono più controlli»

Da Poggiofranco a Picone, fino all’Umbertino. I residenti di Bari sono esasperati. Tra schiamazzi, musica ad alto volume, sporcizia e fuochi d’artificio a mezzanotte, la tranquillità per chi vive nelle zone di ritrovo della città è diventata ormai un’utopia. E mentre entra in vigore a partire da oggi il nuovo regolamento che disciplina le aperture di locali e ristoranti nel capoluogo, così da evitarne l’eccessiva concentrazione in pochi metri quadri (come accaduto nella zona del lungomare), residenti ed esercenti sono ancora in attesa di una convocazione da parte del sindaco Vito Leccese, chiamato a prendere una decisione importante.

Dopo il caos movida scoppiato il 7 e l’8 maggio, infatti, il primo cittadino ha incontrato singolarmente tutte le parti in causa prima di un confronto collettivo che porterà all’adozione di alcuni provvedimenti, ancora solo ipotetici.

I mancati controlli

«In attesa che si intervenga nuovamente sugli “effetti”» della movida, scrive il presidente del comitato di salvaguardia della zona Umbertina Mauro Gargano, «contrastati efficacemente durante il periodo di vigenza delle ordinanze» nei mesi autunnali, «non si comprende il perché almeno le leggi dello stato e i regolamenti già esistenti non vengano fatti rispettare». Gargano, a nome dei cittadini, chiede dunque dove siano i «dovuti controlli» chiesti «a gran voce» e «all’unisono dalle diverse anime dell’Umbertino (residenti, ristoratori, avventori e componenti giovanili)».

Un «far west» in cui è permessa la somministrazione di alcolici all’esterno dei locali oltre l’orario consentito dalle leggi nazionali e dove «si continua a consentire l’occupazione abusiva degli spazi pubblici», accusa Gargano. Va assicurato il «ripristino della legalità», conclude, mentre «la mancanza di controlli fa sorgere preoccupanti e legittimi dubbi» su un’ipotetica «malcelata volontà di mantenere lo status quo, che avvantaggia solo “qualcuno” a scapito di tanti altri».

Il degrado

A far discutere nei giorni scorsi anche le conseguenze del “dopo movida” nel quartiere: bottiglie rotte, bicchieri di plastica vuoti e abbandonati lungo il ciglio dei marciapiedi, buste, cartacce e cicche di sigarette. «Cartoline come queste sono da anni all’ordine del giorno nella zona», denunciano i residenti dell’Umbertino. «Probabilmente – accusava Gargano – i residenti “sono figli di un Dio minore” e i loro diritti possono essere tranquillamente e costantemente “sacrificati” e calpestati per privilegiare gli interessi (economici) di pochi».

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