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Bari, lo sfogo di Decaro dopo le parole di un pentito: «Viene voglia di lasciare la politica»

«Non sono e non sarò tranquillo finché queste accuse mi continueranno a sporcare come persona e come uomo politico. La politica, ecco. In certi momenti mi viene voglia di abbandonarla». Lo scrive Antonio Decaro, europarlamentare ed ex sindaco di Bari, in un post pubblicato sui suoi canali social. Decaro fa riferimento alle dichiarazioni rese ieri…

«Non sono e non sarò tranquillo finché queste accuse mi continueranno a sporcare come persona e come uomo politico. La politica, ecco. In certi momenti mi viene voglia di abbandonarla». Lo scrive Antonio Decaro, europarlamentare ed ex sindaco di Bari, in un post pubblicato sui suoi canali social.

Decaro fa riferimento alle dichiarazioni rese ieri a Bari, nel corso di un’udienza del processo nato dall’inchiesta Codice interno – che ha svelato presunti intrecci tra mafia, politica e imprenditoria cittadina -, dal collaboratore di giustizia Nicola De Santis su un presunto incontro tra l’ex primo cittadino e Massimo Parisi, fratello del boss di Japigia, Savino.

Incontro che Decaro ha sempre negato – come ha ricordato anche ieri sera – e la Procura di Bari, dopo le indagini, ha disposto l’archiviazione.

«Questo è un incubo», scrive Decaro. «Un signore che non conosco dice che in un’epoca imprecisata, 14 o 16 anni fa, incontrai il fratello del boss della famiglia Parisi. Nella mia città, davanti a tutti. La cosa è così assurda che dovrebbe lasciarmi tranquillo. Invece no. Non sono tranquillo. Non sono tranquillo per niente», afferma.

Decaro ricorda ancora che «stiamo parlando di una questione già archiviata dalla magistratura che all’improvviso rispunta fuori per l’ennesima volta. A questo punto io mi chiedo – si sfoga l’europarlamentare -: cos’altro devo fare ancora per allontanare da me la sporcizia di queste calunnie? Cosa devo fare ancora per non vedere il mio nome accostato alla mafia? Devo ricordare un’altra volta che quelle persone che si dice io abbia incontrato le ho denunciate, io stesso? Devo dire un’altra volta che contro queste persone ho chiesto e ottenuto che il Comune di cui ero sindaco, si costituisse parte civile? Devo ricordare che sono sotto scorta da anni? In tanti mi dicono: “Stai tranquillo”. E invece no», conclude.

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