Sta prendendo forma in queste ore, arrivato allo step dell’atto di indirizzo, il nuovo Piano urbanistico generale (Pug) di Bari che ha tutto i presupposti per diventare una vera e propria rivoluzione rispetto all’attuale «piano Quaroni», ormai vecchio di quasi cinquant’anni.
Tra le modifiche sostanziali che dovrebbero essere integrate nel piano che regolerà il nuovo sviluppo urbano della città di Bari dei prossimi vent’anni ci sono: l’efficacia delle invarianti paesaggistiche e architettoniche (argomento che tiene banco in queste settimane) e la riduzione del cinquanta per cento del consumo di suolo, ovvero di 5 milioni e mezzo di metri cubi rispetto agli 11 previsti dall’ancora vigente piano. Inoltre, come tiene a sottolineare l’assessora al ramo , Giovanna Iacovone, ci sarà la ricucitura del tessuto urbano periferico con la realizzazione di ulteriori residenze e servizi. La presentazione alla cittadinanza dovrebbe avvenire all’inizio del nuovo anno.
Gli obiettivi
«Stiamo predisponendo la parte strutturale e quella programmatica del Pug, definendone gli obiettivi e la disciplina di salvaguardia e di valorizzazione delle cosiddette invarianti strutturali – spiega Iacovone – e indicando quali sono le scelte di medio-lungo periodo rispetto alle varie delimitazioni territoriali e vari contesti territoriali». Ora si punta a una maggiore tutela del patrimonio naturale, come lame e aree verdi e al loro rilancio come luoghi di alleggerimento antropico.
La necessità è, quindi, sia di consegnare ai cittadini una città armoniosa, ma che possa tutelare le strutture architettoniche che rappresentano la storia dello sviluppo di Bari, e sia di proiettare il capoluogo verso il futuro tramite progetti che lo rendano vivibile e a misura di cittadino. A tal proposito al centro del nuovo Pug ci saranno sicuramente gli edifici vincolati per ragioni storiche, culturali e architettoniche (finiti in una complessa discussione con i costruttori dell’Ance e l’Ordine degli ingegneri) e i nuovi progetti che sono stati approvati nell’ultimo periodo come la nuova camionabile, lo sviluppo della rete ferroviaria e il tuttora discusso sistema di trasporto di massa del Bus Rapid Transit. «Una mole di lavoro enorme – sottolinea Iacovone – che mette insieme tutti gli studi fatti in questi anni».
Il lavoro
Si tratta di un traguardo importante per la città, soprattutto in un momento storico dove le esigenze della popolazione sono drasticamente cambiate rispetto al passato, non solo dal punto di vista economico, ma da quello sociale. Il tentativo di aggiornare il piano venne fatto prima dalla giunta Emiliano e poi da quella Decaro, ma senza successo: nel 2009 venne redatto il «Documento programmatico preliminare» (Dpp) e venne affidato l’incarico ai progettisti coordinati dall’ingegner Nigro. Successivamente nel 2011 il Dpp fu approvato in Consiglio comunale e su quella base venne redatta una bozza di Pug, che nel 2014 venne consegnata dai progettisti. Non arrivò mai in Consiglio. Non si tratta più di far fronte a un aumento esponenziale della popolazione, come auspicato dal professor Ludovico Quaroni nel 1976, in cui erano previsti seicento mila abitanti entro il 2000, ma di creare la città del futuro che possa rispondere ad esigenze mutate.
