Evasione Tari per 7,9 milioni di euro e 4.900 utenze fantasma. È il dato registrato a Bari tra il primo gennaio e lo scorso 30 novembre, dal quale è emerso che nel capoluogo sono quasi 5mila le utenze, domestiche e non, che non risultano iscritte alla tassa sui rifiuti o che hanno presentato dichiarazioni infedeli. Lo annuncia il Comune in una nota, in seguito all’audizione dell’assessore al Bilancio, Diego de Marzo, e della dirigente della ripartizione Tributi, Rosalba Cirillo, nella commissione consiliare Bilancio e fiscalità locale per illustrare i risultati delle attività di contrasto all’evasione della Tari.
L’amministrazione locale fa sapere che «gli uffici competenti stanno procedendo con la notifica degli avvisi di accertamento nei confronti delle utenze risultate inesistenti o irregolari» e che «gli stessi uffici proseguiranno con le azioni di riscossione coattiva, che contemplano pignoramenti e iscrizioni ipotecarie».
Nel 2024, spiega De Marzo, «l’attività di accertamento da lotta all’evasione Tari aveva prodotto un risultato definitivo di 5 milioni 700mila euro, oggi commentiamo positivamente un dato di gran lunga superiore, seppur non ancora definitivo». L’individuazione «di omesse e infedeli dichiarazioni – prosegue – porta un doppio vantaggio: amplia la platea dei contribuenti tra i quali viene ripartito il costo complessivo del servizio di igiene urbana, inoltre le riscossioni effettive saranno poi riportate nelle annualità successive in detrazione dal costo complessivo del servizio».










