La direzione di Bosch ha dichiarato che nello stabilimento di Bari ci saranno 700 esuberi su un organico di 1.700 persone entro i prossimi cinque anni.
La decisione, comunicata oggi nell’ambito di un incontro convocato dalla regione Puglia, è dovuta al passaggio all’elettrico dello stabilimento che basa l’80% delle proprie produzioni su motorizzazioni diesel.
Lo rendono noto i sindacati che hanno partecipato alla task force riunita oggi in Regione.
Per il presidente di Confindustria Puglia, Sergio Fontana, «oggi a Bari è scoppiata la prima crisi aziendale in Italia causata dal passaggio all’auto elettrica. La transizione verso l’auto elettrica ha avuto un’accelerazione troppo repentina, che sta schiacciando tutta l’industria automobilistica. La difficile prospettiva rappresentata da Bosch a Bari è conseguenza di questa veloce trasformazione del mercato e di politiche europee drastiche, che penalizzano l’Italia più di altri Paesi, perché l’Italia è la seconda realtà manifatturiera d’Europa». Per questo Fontana chiede che ci sia una strategia nazionale sulla questione.
A conclusione dell’incontro, il coordinatore della task force occupazione, Leo Caroli, ha annunciato che già in giornata invierà al ministro per lo Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, «il verbale di riunione e chiederemo la convocazione urgente di un tavolo nazionale».
«Gli esuberi prospettati – conferma Caroli – non sono diminuiti rispetto alle precedenti comunicazioni ma aumentati. Conseguenza del declino rapidissimo della produzione dei motori diesel in favore dei motori elettrici. L’azienda chiede un piano di riconversione, loro l’hanno chiamata nuova missione produttive».










