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Bari, 54enne affetta da pancreatite cronica torna a vivere grazie alla cannabis terapeutica dopo 24 anni di calvario

Una svolta medica epocale è stata documentata al Policlinico di Bari, dove una donna affetta da pancreatite cronica ha ritrovato una vita normale grazie alla cannabis terapeutica. Dopo oltre 20 anni di sofferenze, continui ricoveri e cure inefficaci, il suo caso è stato pubblicato sul Journal of Cannabis Research, diventando il primo case report clinico…
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Una svolta medica epocale è stata documentata al Policlinico di Bari, dove una donna affetta da pancreatite cronica ha ritrovato una vita normale grazie alla cannabis terapeutica. Dopo oltre 20 anni di sofferenze, continui ricoveri e cure inefficaci, il suo caso è stato pubblicato sul Journal of Cannabis Research, diventando il primo case report clinico italiano su questo tipo di trattamento per il dolore cronico severo.

La paziente, oggi 54enne, aveva trascorso 24 anni in un calvario di dolori addominali lancinanti, perdita di peso estrema (era arrivata a pesare 36 chili) e una qualità della vita gravemente compromessa. Né i farmaci tradizionali né interventi chirurgici erano riusciti a darle sollievo. Il cambiamento è arrivato quando la donna si è rivolta all’ambulatorio di Terapia del Dolore della ASL di Bari, diretto dal dottor Felice Spaccavento, che le ha prescritto una terapia a base di olio di cannabis ricco di CBD (cannabidiolo).

«In pochi giorni il dolore è scomparso completamente – ha dichiarato il dottor Spaccavento, co-autore dello studio con il professor Silvio Tafuri dell’Università di Bari -. La paziente ha recuperato peso, appetito, sonno e ciclo mestruale regolare, potendo sospendere tutti gli altri farmaci». Il follow-up, durato 16 mesi, ha confermato l’efficacia del trattamento: nessun episodio acuto e un recupero clinico completo e duraturo.

Questo caso dimostra il potenziale della cannabis medica come valida alternativa priva di effetti collaterali significativi in pazienti che non rispondono alle terapie tradizionali. Spaccavento ha specificato che «la cannabis medica non è una panacea ma in casi selezionati può cambiare radicalmente la vita dei pazienti». Tuttavia, ha sottolineato la necessità di studi clinici più ampi per confermare in modo definitivo i risultati.

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