“Dalla parte dei sindaci che difendono la democrazia“. È quanto si legge sullo striscione affisso all’esterno di Palazzo di Città, a Bari, in segno di solidarietà e vicinanza a Ekrem Imamoglu, primo cittadino di Istanbul e uno dei principali oppositori del presidente turco Recep Tayyip Erdogan, arrestato giovedì scorso, 20 marzo.
Il sindaco di Bari Vito Leccese ha aderito alla campagna “We stand with Ekrem Imamoglu, we stand for Democracy in Turkie“, promossa dall’associazione dei primi cittadini europeisti e dalla rete Eurocities in segno di solidarietà a Imamoglu e ai sindaci che difendono la democrazia.
L’accusa di corruzione e le elezioni presidenziali
Il sindaco di Istanbul è stato arrestato in un blitz nella sua residenza con le accuse di corruzione e favoreggiamento al terrorismo. Accuse che lo stesso Imamoglu ha definito «immorali e infondate».
L’arresto del principale oppositore di Erdogan è stato confermato dai giudici che hanno ordinato il carcere per Imamoglu, in attesa dell’esito del processo per corruzione.
La sua detenzione è considerata dalle opposizioni come una mossa politica per eliminare un importante concorrente dalle prossime elezioni presidenziali.
Imamoglu: «Non mi piegherò mai»
In un messaggio diffuso su X subito dopo l’arresto, Imamoglu ha assicurato che «io tiro dritto, non mi piegherò mai».
Imamoglu ha scritto che «la paura non ha alcun beneficio nella morte! Ecco come verrai sconfitto! Ecco come verrai sconfitto. Sarete sconfitti dalla nostra rettitudine, dal nostro coraggio, dalla nostra modestia, dal nostro volto sorridente!». Rivolgendosi alla Turchia, ha aggiunto: «Mia cara nazione non essere mai triste, non essere mai scoraggiata, non perdere mai la speranza». E ancora: «Mano nella mano, estirperemo questo colpo, questa macchia nera sulla nostra democrazia. È vicino il giorno in cui le persone che gestiscono questo processo saranno ritenute responsabili davanti all’onnipotente Creatore, sia in questo mondo che nell’aldilà». Poi un invito ai «miei 86 milioni di cittadini a correre alle urne e ad annunciare al mondo intero la loro lotta per la democrazia e la giustizia. Tutto andrà alla grande…», ha concluso.
Le “urne della solidarietà”
L’arresto formale di Imamoglu è avvenuto mentre il suo partito di opposizione, il Partito popolare repubblicano (Chp) ha iniziato a tenere elezioni presidenziali primarie per sostenerlo come suo candidato presidenziale.
Il partito ha anche allestito delle urne simboliche in tutto il paese, chiamate “urne della solidarietà“, per consentire alle persone che non sono iscritte al partito di esprimere il loro sostegno al sindaco.
«Sinceramente, siamo imbarazzati in nome del nostro sistema legale», ha detto ai giornalisti il sindaco di Ankara Mansur Yavas, membro del Chp di Imamoglu, criticando la mancanza di riservatezza nei procedimenti. «Abbiamo appreso dai commentatori televisivi delle accuse a cui nemmeno gli avvocati avevano accesso, il che dimostra quanto politicamente motivata sia stata tutta questa dura prova», ha affermato.
Il Consiglio d’Europa, un organismo europeo che si concentra sulla promozione dei diritti umani e della democrazia, ha criticato la decisione di imprigionare il sindaco. «Deploriamo la decisione di mettere in carcere il sindaco di Istanbul Ekrem Imamoglu e chiediamo il suo rilascio immediato», ha affermato Marc Cools, che presiede il congresso delle autorità locali del gruppo.