Solo un paio di mesi fa avevamo dedicato alcune pagine del nostro giornale agli aspetti ancora carenti della gestione del parto in anonimato nelle Asl pugliesi. Avevamo poi ricevuto rassicurazioni che qualche passo in avanti sarebbe stato compiuto a breve, con l’interesse congiunto della Asl di Bari e del Comune. E così i due enti presentano una nuova campagna informativa dedicata a questo diritto garantito dalla legge che permette a ogni donna, qualora decida di non riconoscere il neonato, di partorire in ospedale in totale sicurezza, protezione e riservatezza.
L’aggiornamento
L’iniziativa nasce dall’aggiornamento delle Linee guida aziendali e si traduce in una rete di materiali informativi – diffusi nei punti nascita, consultori, servizi di pianificazione familiare, Centri servizi per le famiglie e negli studi dei medici di medicina generale – pensata per offrire informazioni accessibili, ufficiali e chiare.
La campagna verrà illustrata nel corso della Giornata di formazione «Partorire in anonimato: una scelta possibile», in programma domani all’Ospedale San Paolo di Bari. L’evento, valido ai fini ECM, riunirà professionisti sanitari, figure sociali e istituzioni per delineare un percorso multidisciplinare capace di tutelare i diritti della donna e del bambino.
Il programma affronta tutti gli aspetti del parto in anonimato: il quadro normativo, il sostegno psicologico, la gestione clinica, l’analgesia, la presa in carico sociale, la continuità assistenziale tra ospedale e territorio, la privacy e persino la comunicazione con i media.
La rete
Il percorso illustrato nel materiale formativo sottolinea la necessità di un’alleanza tra ospedale e territorio, capace di accompagnare la donna prima, durante e dopo il parto, garantendo un ambiente accogliente e rispettoso della sua scelta. Centrale è anche l’attenzione dedicata alle prime cure neonatali e al successivo percorso verso l’adozione, gestito nel pieno rispetto dei diritti del bambino.
La campagna vuole dunque rompere il silenzio intorno a un tema delicato e spesso poco conosciuto, offrendo strumenti concreti a chi vive una scelta complessa. Non solo: il focus è anche sugli operatori, dopo i casi registrati di professionisti che sui social hanno dato giudizi poco lusinghieri sulle scelte delle mamme, subendo poi conseguenze disciplinari – casi che però non devono più verificarsi per evitare di coprire di imbarazzo e pregiudizio questa scelta d’amore.
La tutela della donna e del neonato – sottolineano ASL e Comune – passa dalla conoscenza, dalla formazione e da un sistema in grado di garantire riservatezza, ascolto e protezione. In una parola, dignità.










