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Turismo, ripresa più lontana. A Bari l’incontro Federalberghi 

Saranno circa 200, tra direttori e segretari delle organizzazioni aderenti alla Federalberghi, a discutere a Bari di turismo e ripartenza dopo la pandemia e l’incognita guerra con tutte le sue ricadute. Duecento tecnici che Federalberghi riunisce venerdì prossimo all’hotel Parco dei Principi, uniti nel bisogno di confrontarsi, pianificare e lavorare “fisicamente insieme” annullando le distanze…
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Saranno circa 200, tra direttori e segretari delle organizzazioni aderenti alla Federalberghi, a discutere a Bari di turismo e ripartenza dopo la pandemia e l’incognita guerra con tutte le sue ricadute. Duecento tecnici che Federalberghi riunisce venerdì prossimo all’hotel Parco dei Principi, uniti nel bisogno di confrontarsi, pianificare e lavorare “fisicamente insieme” annullando le distanze imposte dalla pandemia.

I direttori faranno il punto sui temi di principale interesse per la categoria: finanziamenti per la riqualificazione, credito, normative di settore e cassa integrazione. In seguito pandemia, il settore turistico è stato il primo a entrare in crisi e sarà l’ultimo a riprendersi, complice la progressiva erosione del potere d’acquisto degli italiani e degli europei.
«Oggi purtroppo – commenta Francesco Caizzi, padrone di casa e vicepresidente nazionale di Federalberghi – si aggiunge anche la difficoltà dovuta al conflitto in Ucraina. Ma nessuno di noi, malgrado le difficoltà, riesce a pensare solo alla ricaduta economica che tale guerra avrà sul nostro settore: è soprattutto l’aspetto emotivo che ci travolge».
«Nel 2019 – si legge in un documento di Federalberghi presentato in audizione al Senato sul disegno dei legge 2469 – il valore aggiunto dei servizi di alloggio era stato pari a 27 miliardi di euro, facendo segnare un incremento del 32% rispetto ai 20,4 miliardi del 2013. La crescita si sarebbe ulteriormente rafforzata se non fosse comparsa la pandemia». Invece, nel 2020, «il valore aggiunto si è dimezzato rispetto ai livelli del 2019 (-54%) e la tendenza è proseguita nel 2021, con un calo del 32% rispetto al 2019». Quanto alle presenze turistiche, “il 2020 si è chiuso con una perdita di 228 milioni di pernottamenti, equivalente a un calo medio del 52,3% rispetto all’anno precedente, con punte che in alcune località hanno superato l’80%”. Va segnalato anche che negli esercizi ricettivi italiani si registravano 1,8 milioni di arrivi dalla Russia pari a 5,8 milioni di pernottamenti annui e una spesa, nel complesso, quantificabile in 984 milioni di euro. Come si ricorderà, in Puglia, grazie ai voli diretti tra Bari e Mosca, giungevano, in media, circa 80mila persone che poi raggiungevano le varie località turistiche. Ma la buona notizia c’è: «Numeri che recupereremo grazie ad altre rotte attivate nel frattempo», dichiara il presidente di Aeroporti di Puglia Antonio Maria Vasile.
Ma come stanno reagendo le strutture turistiche in seguito agli aumenti di carburante e di generi alimentari? «Gli hotel sono stati distrutti dalla pandemia – dice il titolare di un noto hotel barese al quale fanno da eco gli altri – I più lungimiranti hanno approfittato degli aiuti per riqualificare le strutture installando pannelli solari per la produzione di energia. Quanto ai generi alimentari, bisogna capire cosa farà il Governo. Al momento si esorcizza la paura di una nuova crisi».

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