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Scudo penale per gli amministratori di ex Ilva. L’appello delle associazioni a Mattarella: «Non firmi quel testo»

Il decreto 2 del 2023 è diventato legge con 144 voti favorevoli. Una legge che, per Alessandro Marescotti, presidente di PeaceLink in una missiva indirizzata al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, «viola la direttiva del parlamento europeo e del consiglio europeo sulla tutela penale dell’ambiente». Nell’elencare gli articoli che violerebbe l’approvazione dello scudo penale per…

Il decreto 2 del 2023 è diventato legge con 144 voti favorevoli. Una legge che, per Alessandro Marescotti, presidente di PeaceLink in una missiva indirizzata al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, «viola la direttiva del parlamento europeo e del consiglio europeo sulla tutela penale dell’ambiente».

Nell’elencare gli articoli che violerebbe l’approvazione dello scudo penale per i gestori dell’ex Ilva, Marescotti chiede al presidente Mattarella di esercitare i poteri previsti dall’articolo 74 della Carta Costituzionale, ossia chiedere una nuova deliberazione alle camere. Gli fa eco l’eurodeputata Rosa D’Amato (Greens), la quale chiede a Mattarella di non firmare la legge: «I tarantini hanno bisogno di sentire vicino il loro Presidente grazie ad un atto forte e significativo».

Lo scorso 25 febbraio si è tenuta a Taranto una manifestazione organizzata dal coordinamento ambientale Taranto, contro lo scudo penale. Anche a seguito di quella manifestazione era stata inviata una lettera a Mattarella. Gli ambientalisti hanno anche presentato un esposto in Procura sui picchi di benzene registrati dalle centraline Arpa nel quartiere Tamburi, documentando secondo gli ultimi rapporti dell’agenzia internazionale per la ricerca sul cancro, come questo sia sostanza pericolosamente cancerogena e causa di diverse leucemie contro le quali lottano adulti e bambini di Taranto.

«Questo provvedimento, che garantisce l’immunità penale per i gestori dell’ex Ilva, rappresenta un’aggressione allo stato di diritto ed alla giustizia italiana – ha commentato il coordinamento – Il governo discrimina Taranto e i suoi abitanti creando leggi ad hoc a tutela dei gestori dell’industria inquinante benché siano noti i gravi danni alla salute ed all’ambiente causati dalle emissioni del siderurgico. Questa legge priva alcuni cittadini italiani del principio di uguaglianza garantito dalla Costituzione Italiana. Questa legge solleva lo Stato dall’obbligo di tutelare la salute dei propri cittadini». Per gli ambientalisti il decreto è un ennesimo insulto alle innumerevoli vittime dell’inquinamento e delle loro famiglie, «un pugno in pieno volto per chi è ammalato e combatte ogni giorno per rimanere vivo il più a lungo possibile».

Subito dopo la presentazione dell’esposto in Procura, il coordinamento ambientale Taranto ha inviato a tutti i deputati e senatori delle slide all’interno delle quali sono stati snocciolati i dati sui picchi di benzene, i danni causati dalle emissioni e toccanti video di bambini ricoverati nel reparto di oncoematologia pediatrica dell’ospedale Santissima Annunziata con l’invito a non votare a favore dell’introduzione dello scudo penale.

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