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Scacco matto di Adiconsum alle vittime di “Smishing”

Avolte basta aprire un semplice SMS giunto sul proprio smartphone, cliccare improvvidamente su un link malevolo che fa da esca e abboccare all’amo. Sempre più spesso, infatti, si sente parlare di frodi informatiche a danno dei consumatori, vere e proprie trappole truffaldine in cui le vittime ignare si ritrovano impelagate, vuoi per distrazione, ingenuità o…
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Avolte basta aprire un semplice SMS giunto sul proprio smartphone, cliccare improvvidamente su un link malevolo che fa da esca e abboccare all’amo.

Sempre più spesso, infatti, si sente parlare di frodi informatiche a danno dei consumatori, vere e proprie trappole truffaldine in cui le vittime ignare si ritrovano impelagate, vuoi per distrazione, ingenuità o probabilmente per la troppa fiducia riposta nell’intricato mondo della rete.
Ci sono storie in cui però i tentativi fraudolenti possono essere smascherati e terminare a lieto fine. E’ il caso di un consumatore lucano del lagonegrese, titolare di un conto corrente presso Poste Italiane Spa, che nel dicembre 2020 si è visto sottrarre illecitamente la somma di 33.350 euro con un raggiro informatico da parte di malintenzionati. Nel caso in questione si è trattato di smishing; una pratica illegale condotta via SMS (a differenza del phishing che avviene via e-mail) con un account fasullo dalla dicitura “Posteinfo”, che “invitava” la vittima ad aprire un link al fine di carpirne informazioni personali e finanziarie grazie all’acquisizione dei codici segreti di accesso al conto.
Come se non bastasse alla vittima ingannata da un finto operatore telefonico veniva chiesto di inserire un codice di 8 cifre e di non effettuare accessi alla sua utenza tramite app per evitare il blocco della stessa utenza.
Insomma sul telefonino veniva configurata un app fotografica “fantasma” che tramite più bonifici (31 operazioni) sottraeva la somma in questione.
L’uomo ha prontamente “disconosciuto l’addebito”, comunicando cioè a Poste Italiane Spa di aver subito un’azione fraudolenta, sporgendo poi denuncia all’autorità giudiziaria competente. Inizialmente i truffatori invitavano la vittima ad aprire il link per procedere ad un presunto blocco della carta e ad un adeguamento della sicurezza sottraendo così la somma in questione mentre l’intermediario (Poste Italiane) avrebbe proceduto alla chiusura del conto corrente in ritardo, circa tre mesi dopo (marzo 2021), in contrasto con quanto richiesto dal titolare nell’immediatezza dell’accaduto che ha reclamato così il rimborso della somma fraudolentemente sottratta. In buona sostanza i truffatori hanno sfruttato una tecnologia denominata “spoofing” capace di celare la vera identità di un numero di telefono o account fasullo, Posteinfo appunto, spacciandolo alle vittime come utenza realmente appartenente a quella di Poste Italiane.
L’uomo si è poi rivolto all’associazione a difesa dei consumatori, l’Adiconsum Basilicata che ha portato la sua istanza all’attenzione dell’ABF del collegio di Bari (Arbitro Bancario Finanziario – Banca d’Italia) – che regola i contenziosi extragiudiziali tra intermediari e risparmiatori – il quale ha accolto il ricorso della vittima disponendo il rimborso dei 33.350 euro da parte di Poste Italiane.
«Siamo riusciti come Adiconsum Basilicata – hanno spiegato i legali Vincenzo Telesca e Francesca D’Avino della sezione di Potenza dell’associazione – a raggiungere un eccellente risultato in meno di un anno, un’operazione che ha permesso al ricorrente di ottenere il rimborso totale della somma sottratta. L’invito è sempre quello di rivolgersi agli organi competenti, perché come insegna il caso in questione, è possibile, per il consumatore truffato, recuperare quanto illecitamente sottratto, tuttavia è fondamentale che il consumatore disconosca l’addebito se non autorizzato e promuova una successiva procedura di reclamo contro l’intermediario che non intende provvedere al rimborso, alla quale potrà seguire apposito ricorso all’ABF».
L’incremento anche in Basilicata delle truffe informatiche, in particolare del “phishing” e dello “smishing”, non deve consentire cali di attenzione sul fenomeno, per questo come sottolineato dai legali «Adiconsum è da anni impegnata sulla tematica e il lavoro svolto ha rincuorato non poco il risparmiatore lucano, privato di un considerevole capitale, risultato della propria e decennale attività di risparmio familiare».

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