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Qualità della vita: male le province pugliesi e lucane. Bari è 82esima, Potenza 71esima

Le province pugliesi non brillano per qualità della vita. Va leggermente meglio, invece, per quelle lucane. È quanto emerge dalla classifica annuale sulla qualità della vita realizzata da ItaliaOggi e Ital Communications, in collaborazione con l'Università Sapienza di Roma, arrivata quest'anno alla 25esima edizione. Mentre le province di Potenza e Matera si piazzano, rispettivamente, al…

Le province pugliesi non brillano per qualità della vita. Va leggermente meglio, invece, per quelle lucane. È quanto emerge dalla classifica annuale sulla qualità della vita realizzata da ItaliaOggi e Ital Communications, in collaborazione con l’Università Sapienza di Roma, arrivata quest’anno alla 25esima edizione.

Mentre le province di Potenza e Matera si piazzano, rispettivamente, al 71esimo e al 72esimo posto con 479,10 e 466,23 punti, per trovarne una pugliese bisogna scendere di altre dieci posizioni con Bari che si piazza 82esima con 376,20 punti. Seguono Lecce (84esima con 353,07 punti), la Bat (85esima con 340,40 punti), Brindisi (90esima con 261,96 punti), Foggia (96esima con 205,85 punti) e, ultima delle pugliesi, Taranto (101esima con 144,24 punti).

Dalla classifica, inoltre, emerge che Potenza è la provincia che ha guadagnato più posizioni rispetto all’anno scorso (tre) mentre Matera ne ha persa una. Perdono posizioni (due) anche Bari, Brindisi (cinque) e Taranto. Mentre ne guadagnano cinque a testa la Bat e Foggia. Quattro, infine, le posizioni guadagnate da Lecce.

Le dimensioni analizzate dallo studio sono nove: affari e lavoro, ambiente, reati e sicurezza, sicurezza sociale, istruzione e formazione, popolazione, sistema salute, tempo libero e turismo, reddito e ricchezza. Con ulteriori 14 sottodimensioni e 92 indicatori di base.

La qualità della vita è risultata buona o accettabile in 63 province italiane su 107, «in linea con gli ultimi due anni»: 64 nel 2022 e ancora 63 nel 2021. Sono quindi 21 milioni e 909mila i residenti che, secondo la ricerca, vivono «in territori caratterizzati da una qualità della vita scarsa o insufficiente», il 37,2% della popolazione italiana. Lo scorso anno erano 21 milioni e 789mila: si registra, quindi, un lieve arretramento rispetto al 2022.

La ricerca, inoltre, conferma anche «la frattura tra il Centro Nord, più performante e resiliente, e l’Italia meridionale e insulare, caratterizzata da una persistente vulnerabilità».

Al primo posto si piazza, infatti, Bolzano (che sale di una posizione rispetto all’anno scorso), seguita da Milano (l’anno scorso era al quinto posto) e Bologna che si riconferma medaglia di Bronzo.

Ultima, al 107esimo posto, è Crotone, come già era successo nel 2022. In coda, insieme alla provincia calabrese, si posizionano Messina, 105esima, e Caltanissetta, 106esima.

Nelle province e città metropolitane centro settentrionali appartenenti al cluster “metropoli” si sottolinea una «forte ripresa», negli ultimi due anni. Tendenza post-Covid che è ben rappresentata «dal secondo posto del capoluogo lombardo, dai dati di Bologna e Firenze, ma anche dalla performance di Torino (31ª) e Roma (33ª), che scalano una ventina di posizioni rispetto al 2022». Nelle aree del Mezzogiorno, invece, «crescono aree di disagio sociale e personale».

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