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Pazienti da tutta la provincia e pochi medici in corsia: caos al Pronto Soccorso del “Di Venere”

«Oggi è stata una giornata tremenda: troppe emergenze, troppi spostamenti dai reparti e pochi dottori. Così rischiamo la tragedia». È questa una delle testimonianze di ciò che è accaduto al Pronto Soccorso dell’Ospedale Di Venere, a Carbonara, che ieri è stato intasato da gravi emergenza, a fronte di pochi dottori. Una giornata di “ordinaria follia”,…
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«Oggi è stata una giornata tremenda: troppe emergenze, troppi spostamenti dai reparti e pochi dottori. Così rischiamo la tragedia». È questa una delle testimonianze di ciò che è accaduto al Pronto Soccorso dell’Ospedale Di Venere, a Carbonara, che ieri è stato intasato da gravi emergenza, a fronte di pochi dottori.


Una giornata di “ordinaria follia”, comune, a tutti i pronto soccorsi della città: al Policlinico, al San Paolo e, appunto, al Di Venere. «Qui – racconta un medico – la centrale del 118 spesso porta pazienti fragili da Polignano, Alberobello, Palo del Colle, Grumo, bypassanado gli ospedali di Monopoli, Putignano e il San Paolo». Per alcune emergenze, infatti, le strutture ospedaliere della provincia non sono attrezzate, prive, per esempio, della Neurologia d’urgenza e Stroke Unit. «Dai dintorni di Bari – continua la nostre fonte – si continua a centralizzare qui pazienti psichiatrici pur essendoci, sia al San Paolo, che al Policlinico e a Putignano, il Servizio di Diagnosi di cura».

Tra i casi che sono stati soccorsi al Di Venere, ieri, ci sono vittime di incidenti stradali con traumi toracici, ma anche persone anziane e pluripatologiche che, non rivolgendosi più al medico curante, trovano nel Pronto Soccorso un ambulatorio per la miriade di problematiche croniche e non. «È una guerra – lamenta un sanitario alla fine della faticosa giornata di lavoro -che si combatte, ormai, sempre con gli stessi pochissimi soldati, stanchi e disperati». I problemi sono sempre quelli: reparti strapieni, consulenti che lavorano in condizioni disperate e soprattutto poche risorse. Questo crea profondi attriti tra chi rimane in sala d’aspetto e gli operatori. «Da anni chiediamo un posto fisso di polizia al Di Venere – conclude – ma è ormai chiaro che senza una tragedia non finirà nemmeno la commedia quotidiana».

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