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Con “Demetra” per produrre cibi di qualità: via a un progetto da 5 milioni di euro

Presentato a Roma nei giorni scorsi un sistema hi-tech per produrre verdura, frutta e pesce a basso impatto ambientale in ambienti urbani, come grandi edifici dismessi e mense scolastiche, grazie all’acquaponica, una tecnologia che integra acquacoltura e agricoltura fuori suolo (idroponica). È l’obiettivo del progetto «Demetra», finanziato dal ministero delle Imprese e del Made in…
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Presentato a Roma nei giorni scorsi un sistema hi-tech per produrre verdura, frutta e pesce a basso impatto ambientale in ambienti urbani, come grandi edifici dismessi e mense scolastiche, grazie all’acquaponica, una tecnologia che integra acquacoltura e agricoltura fuori suolo (idroponica). È l’obiettivo del progetto «Demetra», finanziato dal ministero delle Imprese e del Made in Italy con oltre 5 milioni di euro, che vede Enea collaborare con università Federico II di Napoli, consorzio Caisial e le aziende Fos (capofila), Irci e Grafica Metelliana.

Il progetto «Demetra» prevede la realizzazione di due prototipi a basso costo, modulari e scalabili: una piattaforma industriale per la produzione su larga scala di alimenti freschi nelle cosiddette fattorie urbane (urban farm); una piattaforma per usi domestici, più compatta e destinata a mense, ristoranti, condomini, o Rsa.

L’impianto

Questo mini-impianto di comunità è pensato per fornire proteine animali e vegetali fresche e di qualità direttamente agli utenti e può essere utilizzato anche da ristoratori o agriturismi per promuovere una produzione a chilometro zero (from farm to fork). Entrambi i sistemi saranno realizzati su scala prototipale e dimostrativa (con un livello di maturità tecnologica Trl7) e saranno testati presso Irci Spa, partner industriale specializzato in impianti idroponici e acquaponici.

La versione domestica sarà una miniatura del modello industriale, con un numero ridotto di sottosistemi. Il sistema acquaponico sarà completamente autosostenibile grazie a un sistema di raccolta e stoccaggio delle acque piovane in grado di ridurre fino al 90% il consumo d’acqua rispetto all’agricoltura tradizionale; inoltre, non richiederà l’uso di sostanze chimiche come pesticidi o erbicidi, migliorando così la protezione dell’ambiente e la sicurezza alimentare.

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