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Yuliya Khaustova: «Grandi problemi per la guerra. Non concepiamo le decisioni di Putin»

«Io che sono nata nel Donbass, a Donetsk, pur vivendo in Italia da 17 anni, ho una grande parte della mia famiglia che è rimasta lì e ogni giorno, da otto anni, si trovano a vivere in condizioni belliche senza che risolvano nulla. La guerra crea solo dei grandi problemi». Così Yuliya Khaustova, studentessa universitaria…
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«Io che sono nata nel Donbass, a Donetsk, pur vivendo in Italia da 17 anni, ho una grande parte della mia famiglia che è rimasta lì e ogni giorno, da otto anni, si trovano a vivere in condizioni belliche senza che risolvano nulla. La guerra crea solo dei grandi problemi». Così Yuliya Khaustova, studentessa universitaria ucraina che da molti anni vive nel nostro paese e che ogni giorno riceve pessime notizie dai suoi parenti rimasti a vivere a Donetsk.

Cosa pensa di questa situazione?
«Le guerre portano solo danni territoriali e politici, in cui vengono coinvolti tanti civili, bambini. Quello che sta facendo Putin è estremamente sbagliato. Noi siamo filorussi e nonostante l’Ucraina abbia distrutto la nostra città, sono comunque contro le decisioni del presidente. Così come non la meritavamo noi di Donetsk la guerra, non la meritano nemmeno i civili ucraini».
Cosa sta succedendo veramente nel Donbass?
«Per otto anni, la mia città è stata bombardata dagli ucraini in quanto ormai noi apparteniamo più a quel lato. Ecco perché gli abitanti di quella regione vengono chiamati separatisti. Si sono voluti totalmente distaccare dall’Ucraina e l’unico che ha aiutato i cittadini del Donbass è stato Putin con il suo governo. Per questo motivo ci sentiamo più russi che ucraini e la nostra lingua principale è il russo. Molti europei hanno dimenticato o non sapevano che lì c’era la guerra».
Cosa pensano i suoi familiari che vivono lì?
«Durante i momenti più cruciali sono scappati in Crimea, ma da qualche tempo le acque si erano calmate e sono rientrati a Donetsk. Adesso è tutto distrutto, io non ci torno da otto anni perché non c’è proprio modo. L’aeroporto non è stato più ricostruito. Sarei potuta ritornare solo con qualche autobus, ma ci vogliono tanti permessi e ho molta paura di andarci».
Qual è il vostro parere sulla politica di Putin?
«Noi non condividiamo il pensiero di Putin, abbiamo sempre voluto che in Russia cambiasse qualcosa. Non abbiamo mai deciso di votarlo alle elezioni. Noi però ci aspettavamo quello che sta succedendo in Ucraina, era una cosa assolutamente premeditata da parte del Cremlino».
Crede la sia la fine di una guerra cominciata già otto anni fa?
«Non lo so onestamente, non riesco a capire se sia la fine o l’inizio, spero che Putin ritiri al più presto l’esercito dall’Ucraina e che tutto questo finisca e che non si prolunghi come a Donetsk. Lì c’era una situazione terribile: cadaveri a terra nelle strade dove si combatteva, giovani militari ucraini mandati là e poi uccisi per l’inesperienza. La guerra si porta indietro solo un’interminabile scia di sangue in cui a lasciarci la pelle sono tanti civili. Le immagini che sto vedendo mi fanno accapponare la pelle. Nel 2022 è impensabile assistere a queste cose. Abbiamo e stiamo vivendo già momenti difficili, è ora di finirla con questa storia».

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