I questori della camera hanno stabilito, riferendo poi alla conferenza dei capigruppo, che per l’elezione del capo dello Stato in parlamento si terrà una votazione al giorno e potranno essere presenti contemporaneamente in aula al massimo 200 grandi elettori, a cui aggiungere 100 postazioni nelle tribune. Il voto, sempre in base alle regole anti covid, si svolgerà secondo appello nominale scaglionato, con ingressi e uscite separate e con massimo 50 grandi elettori per volta chiamati a votare. Non verranno installati inoltre i consueti “catafalchi”, ma nuove cabine più facili da sanificare.
Vanno in pensione, quindi, dopo trent’anni i vecchi loculi che hanno visto transitare due generazioni di politici e tre repubbliche. Lo strumento che consentiva l’ingresso e l’uscita da aperture opposte come fosse un tunnel fu introdotto il 17 maggio del 1992 in occasione del settimo scrutinio per l’elezione del presidente della Repubblica, su decisione del presidente della camera, poi eletto al Quirinale, Oscar Luigi Scalfaro, perchè Il giorno precedente risultarono, rispettivamente, tre e cinque schede in più rispetto ai votanti.
Nulla, invece, è stato stabilito sulla questione più importante e cioè se e come potranno votare i grandi elettori che risultino contagiati o in quarantena. Al tema è stato dedicato un lungo dibattito nella riunione di ieri, senza, però, nessuna decisione. Le regole al momento restano quelle che sono: chi può entrare a Montecitorio vota, chi non può no.
A porre la questione è stato il capogruppo di fratelli d’Italia, Francesco Lollobrigida, chiedendo che venga autorizzato in via legislativa lo spostamento dei grandi elettori positivi nella città di Roma. Mentre Valentino Valentini di forza Italia ha ipotizzato di inviare funzionari delle prefetture a prendere il voto domicilio; una proposta sostenuta anche da Riccardo Molinari della Lega, secondo cui si potrebbe far votare i positivi la mattina a domicilio e far arrivare entro lo spoglio serale le schede a Montecitorio tramite le prefetture. Gli altri gruppi: partito democratico, movimento 5stelle, Italia viva ed anche cambiamo si sarebbero invece detti contrari a far votare i positivi, dicendo che è fisiologico che i malati non possano votare. Un tema su cui si potrebbe esprimere, su richiesta dei partiti, il governo.