Oggi milioni di ragazzi tornano a scuola dopo le vacanze di Natale. Ma la variante Omicron rischia di creare una situazione di caos. Le Regioni continuano ad andare in ordine sparso. Il governatore ligure Giovanni Toti si schiera per la riapertura: «In un Paese che è tutto aperto tenere chiuse le scuole non solo è un brutto segnale ma è poco utile. Un bambino non va a scuola mentre mamma e papà vanno in ufficio ma quello stesso bambino può andare in palestra, a giocare a calcetto e a mangiare la pizza con i suoi amici? È surreale». Dello stesso parere anche il virologo Matteo Bassetti: «Non riaprire le scuole sarebbe un grave errore. Chiuderle non è servito. Il giovane studente sta a scuola cinque ore è costantemente controllato: ha la mascherina, ha il distanziamento, ci sono i professori. Le restanti 19 ore dove credete che vada il ragazzo? Andrà in giro, ai giardinetti e all’oratorio».
A chiedere la dad negli scorsi giorni sono invece stati i presidi, mentre il governatore del Veneto Luca Zaia ha chiesto l’immediato intervento del Cts. Da parte sua, il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca è contrario al ritorno in presenza, mentre la Regione Siciliana ha disposto uno slittamento di tre giorni. Per il rinvio è anche il governatore della Calabria Roberto Occhiuto: «Forse sarebbe stato opportuno differire di 15 giorni la riapertura delle scuole. Non è stato così, ma non è tempo di polemiche».
Da parte sua il governo centrale ha ritenuto non prorogabile il rientro in classe per tutti: «È importante il ritorno a scuola che è un luogo sicuro con mascherine e distanziamento. Le lezioni in presenza sono fondamentali anche da un punto di vista di equità sociale: ci sono realtà sul territorio, come alcune aree del Sud, in cui c’è ancora poca possibilità di accedere al wifi» ha precisato il commissario straordinario all’emergenza Covid, Francesco Figliuolo. Resta il fatto che «nella scuola secondaria di primo e secondo grado, quando si registrano due casi di positività, coloro che hanno concluso il ciclo vaccinale primario, che sono guariti da meno di 120 giorni, che hanno fatto la dose di richiamo, possono frequentare in presenza, in regime di autosorveglianza». Il decreto prevede anche tamponi gratuiti per chi è in regime di autosorveglianza.