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La guerra fra Renzi e i giudici

Il giorno dopo il rinvio a giudizio sul caso della fondazione Open, scoppia la guerra fra Matteo Renzi e i giudici. Le parole pronunciate dal leader di Italia Viva, rivolte alla magistratura, non sono andate giù all’Anm, che parla di categoria screditata. Una dichiarazione che non va giù all’ex premier. «Ho letto che l’Anm dice…
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Il giorno dopo il rinvio a giudizio sul caso della fondazione Open, scoppia la guerra fra Matteo Renzi e i giudici. Le parole pronunciate dal leader di Italia Viva, rivolte alla magistratura, non sono andate giù all’Anm, che parla di categoria screditata. Una dichiarazione che non va giù all’ex premier. «Ho letto che l’Anm dice che è intollerabile screditare i pm sul piano personale – dice Renzi – La mia vita è stata pubblicata e data in pasto sui giornali, è stata scardinata in violazione del segreto bancario, del segreto istruttorio e nel silenzio dell’Anm con un dolore personale e familiare. Mi auguro che nessuno viva quel che ha vissuto la mia famiglia».

Poi l’altro affondo, durissimo. «Il procuratore Giuseppe Creazzo è stato sanzionato dal Csm per molestie sessuali – prosegue Renzi – Un reato per cui un cittadino normale, come quello che ha toccato il sedere alla giornalista fuori dallo stadio, rischia sei anni di carcere. Invece il dottor Creazzo ha perso due mesi di anzianità. Lei sarebbe tranquillo a farsi giudicare da un magistrato che è stato accusato di questo?». Il riferimento dell’ex sindaco di Firenze è proprio al rinvio a giudizio firmato dal procuratore di Firenze Creazzo. Le stoccate di Renzi non risparmiano nessuno, neanche Pierluigi Bersani: «Provo umana tenerezza per Bersani. Tutte le volte che parla di finanziamento illecito ai partiti un cittadino di Taranto si sente male – dice Renzi -Bersani ha preso soldi dai Riva per fare la campagna elettorale, questa è la differenza. Io ho preso i soldi sequestrati ai Riva e li ho messi nel risanamento ambientale di Taranto. Scopri la differenza, guarda chi è più di sinistra. Bersani dovrebbe fare un gigantesco mea culpa». Da parte sua, l’Associazione nazionale magistrati ribadisce che «le parole del senatore della Repubblica Matteo Renzi travalicano i confini della legittima critica e mirano a delegittimare agli occhi della pubblica opinione i magistrati che si occupano del procedimento a suo carico. I pubblici ministeri che hanno chiesto il processo nei suoi confronti sono stati tacciati di non aver la necessaria credibilità personale in ragione di vicende, peraltro oggetto di accertamenti non definitivi o ancora tutte da verificare, che nulla hanno a che fare con il merito dei fatti che gli sono contestati».

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