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Il primo calo del costo delle materie prime

Un accordo con il Giappone per far arrivare in Europa navi cariche di gas naturale liquefatto ha avuto l’effetto dopo molti mesi di far calare il prezzo della materia prima del 9,5 percento, oltre alle voci sul disgelo tra Russia e Ucraina. Una riduzione, però, che non allenta la pressione sull’energia. Secondo Arera, l’autorità regolatrice…
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Un accordo con il Giappone per far arrivare in Europa navi cariche di gas naturale liquefatto ha avuto l’effetto dopo molti mesi di far calare il prezzo della materia prima del 9,5 percento, oltre alle voci sul disgelo tra Russia e Ucraina. Una riduzione, però, che non allenta la pressione sull’energia.

Secondo Arera, l’autorità regolatrice per l’energia, «nel primo trimestre dell’anno in corso la crescita per le utenze domestiche è pari al 131 percento per l’elettricità e del 94 percento per il gas». I costi per le forniture energetiche, di conseguenza, continuano a preoccupare la politica ed anche il mondo produttivo. Il segretario del pd, Enrico Letta, ha incontrato ieri mattina il presidente del consiglio, Mario Draghi, proprio per fare il punto, insieme alla crisi dell’est Europa, sulle misure da adottare per frenare gli aumenti e per sostenere le famiglie. Anche Matteo Salvini insiste per «interventi significativi». Aurelio Regina, invece, delegato proprio per il settore energetico di Confindustria, denuncia che «il caro prezzi sta compromettendo la competitività di tutto il settore manifatturiero italiano che aveva recuperato nel 2021. Ecco perché – insiste il rappresentante degli industriali – servono autorizzazioni per l’utilizzo delle risorse naturali italiane».
Chi, invece, guarda con fiducia, ma non troppo, ai prossimi mesi è il sistema bancario. Un’analisi del centro studi di Banca Intesa rileva che «i prezzi di gas ed energia diminuiranno nel prossimi mesi, ritornando ad un punto di equilibrio, pur restando consistentemente superiori alle medie dei passati cinque anni», concordando con il mondo produttivo, «sulla riduzione della competitività delle imprese sui mercati internazionali».
Sul fronte interno, tra i più colpiti dai rincari sono i benzinai, in quanto oltre all’aumento dell’elettricità per far funzionare gli impianti devono fare i conti con «il calo della clientela che proprio per la crescita dei prezzi dei carburanti usano meno l’auto». Tanto che gli associati a faib-confesercenti non escludono «vista la tempesta perfetta che si è abbattuta sui gestori, di chiudere gli impianti durante la notte, per limitare le maggiori spese, quasi 10mila euro in più all’anno, che non vengono coperte dai ricavi i quali restano invariati perché il margine per i benzinai è sempre di 3,5 centesimi di euro per litro: qualunque sia il prezzo dei carburanti».
Anche i commercianti soffrono. Secondo confcommercio, «è indispensabile che ci siano misure strutturali come la riduzione dell’iva sui costi energetici e maggiori sostegni per quelle imprese che sono più colpite dai rincari».

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