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Il nuovo esame di maturità

Dopo due lunghissimi anni segnati e condizionati dall’emergenza Covid la scuola italiana si riappropria di un po’ di normalità. A partire dall’esame di maturità che, quest’anno, ritrova le due prove scritte. La prima di italiano e la seconda scelta dalle commissioni in base all’indirizzo di studi. Entrambe da svolgere in presenza. La decisione è stata…
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Dopo due lunghissimi anni segnati e condizionati dall’emergenza Covid la scuola italiana si riappropria di un po’ di normalità. A partire dall’esame di maturità che, quest’anno, ritrova le due prove scritte. La prima di italiano e la seconda scelta dalle commissioni in base all’indirizzo di studi. Entrambe da svolgere in presenza. La decisione è stata assunta dal ministero dell’Istruzione, dal quale trapelano alcune indicazioni.

Gli esami cominceranno il 22 giugno alle 8.30 con il tema di italiano, che sarà predisposto su base nazionale: sette tracce di tre diversi tipi, sulla linea della prima prova pre pandemia. Il giorno dopo ci sarà il secondo test, che verterà sulla disciplina di indirizzo individuata e comunicata dal ministero e sarà predisposto dalle singole commissioni d’esame, per consentire una maggiore aderenza a quanto effettivamente svolto dalla classe.
Non mancherà naturalmente il colloquio orale, che inizierà con l’analisi di un materiale scelto dalla commissione coinvolgendo anche educazione civica e il Pcto. Grande assente la tesina o l’elaborato, ovvero quel documento preparato in anticipo dai maturandi e illustrato alla commissione il giorno dell’orale che aveva permesso di mettere in piedi gli esami nello scorso biennio.
Quello che non cambierà rispetto al recente passato è la composizione della commissione d’esame: sarà formata da sei commissari interni, con solo il presidente esterno. Si torna al passato anche per la terza media. Previste infatti due prove scritte, una di italiano e una relativa alle competenze logico-matematiche. Seguirà un colloquio orale, nel corso del quale saranno accertate anche le competenze relative alla lingua inglese, alla seconda lingua comunitaria e all’insegnamento dell’educazione civica.
La novità non piace però ai ragazzi, che lamentano una scarsa considerazione delle loro difficoltà. «Non si tiene conto degli ultimi tre anni, penalizzati da un esame senza senso. Così non ci stiamo: se ministero non ci convoca non possiamo evitare di mobilitarci», è il commento a caldo della Rete studenti medi. Per questo è stata già organizzata una mobilitazione generale nazionale venerdì. «Siamo sconcertati. È un esame senza senso», concludono.

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