Per il 95 per cento delle imprese italiane, il caro-bollette avrà un forte impatto sulla propria attività. È quanto emerge da una indagine realizzata dal Centro studi della Cna su circa 2.500 aziende, un campione rappresentativo della realtà produttiva dell’artigianato e della piccola impresa. «L’enorme rincaro delle bollette nell’ultima parte dell’anno ha fatto schizzare di oltre il trenta per cento la spesa media del 2021 rispetto al 2019 per i settori delle costruzioni e dei trasporti, e soltanto la filiera del turismo mostra un incremento inferiore al venti per cento. Per l’anno in corso le prospettive – aggiunge il Cna – sono di nuovi vistosi rincari, considerando che i prezzi del primo trimestre mostrano un balzo del 112 per cento rispetto allo stesso periodo del 2019». Il Cna rileva poi che l’impennata dei costi energetici provocherà un taglio dei margini di guadagno per il 77,5 per cento del campione.
Il 10,6 per cento prevede di ridurre la produzione, mentre il 6,8 per cento – cioè 200mila imprese – prospetta il fermo dell’attività a causa di costi insostenibili, con punte del 24 per cento nel settore del turismo. Per il 17 per cento del settore servizi alle imprese e per l’11 per cento delle costruzioni, invece, non ci sarà alcun impatto significativo. «Il sistema delle imprese sta già realizzando una serie di iniziative per attutire l’impatto del caro-energia» spiega il Cna. In particolare, il «43,6 per cento del campione intende ridurre altre voci di spesa e il 42 per cento pensa di aggiornare con maggiore frequenza i listini». Rilevante la quota di imprese «orientate a rinviare investimenti programmati», pari al 37 per cento del totale.
Meno diffuse invece le azioni di natura strutturale: «Quasi un’azienda su cinque investirà in tecnologie di efficientamento energetico con valori simili tra i vari settori a eccezione dei servizi alle imprese, dove la percentuale sale al 32,1 per cento. Il dieci per cento del campione ritiene che dovrà ridurre l’organico e il 7,6 per cento pensa di dover tagliare il monte retribuzioni». Per le imprese del comparto costruzioni, precisa il Cna, «l’importo della bolletta è infatti aumentato del 33,1 per cento fra il 2019 e il 2021, per i trasporti 31,9 per cento e per la manifattura il 29,9 per cento. Incrementi del 21,4 per cento per il commercio, 18,6 per cento per la filiera del turismo e 23,3 per cento per gli altri servizi». Il leader della Uil, Pierpaolo Bombardieri, avverte che in questa situazione «i cittadini pagano due volte il costo dell’energia: la prima con l’aumento delle bollette, la seconda per l’incremento del debito pubblico».