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È il giorno del voto

Oggi si vota per eleggere il nuovo presidente della Repubblica, che inizieranno ufficialmente il 24 gennaio 2022. L’elezione avverrà con il Parlamento in seduta comune, a cui si aggiungeranno i rappresentanti delle Regioni. Saranno 1.009 i grandi elettori chiamati ad eleggere il Capo dello Stato: 315 senatori, a cui si aggiungono i 6 senatori a…
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Oggi si vota per eleggere il nuovo presidente della Repubblica, che inizieranno ufficialmente il 24 gennaio 2022. L’elezione avverrà con il Parlamento in seduta comune, a cui si aggiungeranno i rappresentanti delle Regioni.

Saranno 1.009 i grandi elettori chiamati ad eleggere il Capo dello Stato: 315 senatori, a cui si aggiungono i 6 senatori a vita, 630 deputati e 58 delegati regionali, 3 per ogni Regione, ad eccezione della Valle d’Aosta che ne ha uno.
Per essere eletto, il presidente della Repubblica deve raggiungere nei primi tre scrutini il quorum dei due terzi dei componenti dell’Assemblea, vale a dire 673 voti.
Dal quarto scrutinio in poi, basterà raggiungere la maggioranza assoluta dei votanti, quindi 505 su 1.009. In realtà attualmente il plenum è fermo a 1.007 componenti.
Oltre ai partiti di centrodestra e centrosinistra, ci sono da considerare forze che potrebbero giocare un ruolo determinante di ago della bilancia e che al momento non possono essere incasellate in uno dei due principali poli.
Terminata la votazione per il Presidente della Repubblica, si procede allo spoglio delle schede, che vengono lette dal presidente della Camera con accanto quello del Senato. Quindi i segretari procedono al computo dei voti e il presidente proclama poi il risultato.
In caso di esito positivo, immediatamente il presidente della Camera e quello del Senato si recano dall’eletto, comunicandogli l’avvenuta elezione e il verbale della seduta.
Una volta eletto, il Presidente della Repubblica non entra subito in carica. Occorre attendere il giuramento e l’insediamento.
Questo avviene con una particolare cerimonia, che ha inizio con la partenza del presidente eletto dalla sua residenza insieme al segretario generale della Camera e il suo arrivo a Montecitorio.
Al termine del discorso, accompagnato dal presidente del Consiglio, lascia Montecitorio e si reca all’altare della Patria per rendere omaggio al milite ignoto.
Poi raggiunge il Quirinale a bordo della storica Lancia Flaminia, scortato dai Corazzieri a cavallo. Riceve gli onori militari e infine entra nel palazzo dove avviene il passaggio di consegne con il predecessore.

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