Draghi al Colle, Cartabia premier. Il sogno di Letta

Enrico Letta ha un sogno: quello di vedere Mario Draghi al Quirinale e Marta Cartabia a palazzo Chigi. Per il segretario del Pd questo sarebbe il lieto fine ideale di un film che diversamente rischierebbe di terminare nel peggiore dei modi. Il countdown è iniziato: domani cominciano le votazioni per il tredicesimo Presidente della Repubblica e la partita è ancora apertissima.

Proprio il finale sognato da Letta appare il più probabile, un esito che farebbe tutti – o quasi – felici. La speranza del segretario del Pd è che Berlusconi non dica esplicitamente di no a Mario Draghi, con la consapevolezza che il resto verrebbe da sé. Se il suo sogno dovesse diventare realtà, Letta potrebbe dire dire di aver portato al Quirinale l’italiano più stimato nel mondo, uno statista che non sfigura di fronte alla grande presidenza di Sergio Mattarella, che rassicura l’Europa, che scongiura una possibile paurosa egemonia del centrodestra. E di aver saputo fare barrage a quello che lui ha definito «l’assalto di Berlusconi al Colle» mantenendo unita la coalizione di governo.
Esecutivo che a quel punto sarebbe guidato per la prima volta nella storia d’Italia da una donna, Marta Cartabia. Una giurista come Mattarella, anzi una ex collega di quest’ultimo alla Corte Costituzionale, e ministra del governo Draghi. A chi dice che l’attuale ministra della Giustizia è inesperta, Letta risponderebbe che dietro le spalle avrebbe sempre Super Mario e accanto a lei una squadra di politici di professione che riuscirebbero laddove i tanto decantati tecnici hanno deluso: un governo politico
Insomma, Draghi e Cartabia formerebbero una coppia perfetta: due primi della classe, colti, non provenienti e dunque non invischiati nella bolgia infernale dei partiti. Pronti per una narrazione nuova, una sceneggiatura completamente originale e inedita, scritta e diretta da Letta. Nel segno di una politica tranquilla, capace di smorzare i conflitti e comporre gli screzi, sostenendo il Paese nella più grande campagna di reperimento e conseguente spesa di miliardi di euro che la storia ricordi.
Insomma, chi dice che senza Draghi il governo cadrebbe, non ha fatto i conti con la Cartabia. E con i sogni di Letta.

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