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Puglia in zona gialla, l’ira di ristoranti e aziende agricole: «È la mazzata finale»

Non bastavano le prime ondate del Covid col loro strascico di restrizioni, stop ai viaggi e crollo dei consumi. L’ordinanza con cui il ministro della Salute Roberto Speranza ha “spedito” la Puglia in zona gialla a partire da domani rischia di essere la mazzata finale per i titolari dei 20mila ristoranti e dei 900 agriturismi…
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Non bastavano le prime ondate del Covid col loro strascico di restrizioni, stop ai viaggi e crollo dei consumi. L’ordinanza con cui il ministro della Salute Roberto Speranza ha “spedito” la Puglia in zona gialla a partire da domani rischia di essere la mazzata finale per i titolari dei 20mila ristoranti e dei 900 agriturismi attivi nella regione. A lanciare l’allarme è Coldiretti che ricorda come, nell’ultimo anno, le aziende abbiano perduto il 27% delle presenze rispetto al 2019.

«Le misure di sicurezza hanno ripercussioni sul bisogno di convivialità – spiega Filippo De Miccolis, presidente di Terranostra Puglia, associazione agrituristica di Coldiretti – ma pesano anche sugli incassi degli agriturismi dopo le pesanti perdite subite a causa della pandemia. Senza dimenticare che un terzo della spesa turistica è destinato all’alimentazione e che il cibo rappresenta per molti turisti la principale motivazione del viaggio».
La recrudescenza della pandemia rischia di peggiorare, dunque, la già difficile situazione del settore agrituristico. Ammonta a oltre 200 milioni il calo dei consumi nelle attività di ristorazione, ma in affanno sono anche l’acquisto di cibo di strada e di souvenir agroalimentari. «Il turismo in Puglia impatta per 6,5 miliardi sui consumi finali, pari al 12,3% del totale – insistono da Coldiretti – Una ricchezza straordinaria a cui contribuisce il turismo esperienziale negli agriturismi, come dimostrato dalla quota percentuale di soddisfazione nel rapporto con il territorio». Ai primi posti di gradimento c’è l’offerta di olio di qualità (85%), di prodotti agroalimentari (83%), paesaggi e colori (75%), ospitalità (72%) e infine l’ offerta vitivinicola (70%). Non a caso la Puglia è tra le mete preferite dai turisti stranieri che tuttavia, negli ultimi tempi, hanno dovuto rinunciare a visitarla causa Covid.
L’assenza di viaggiatori internazionali in Puglia incide negativamente sull’ospitalità nelle mete più gettonate, da sempre buen retiro di statunitensi, britannisi e cinesi che, tra l’altro, vantano un’alta capacità di spesa. Ma la mancanza di vacanzieri si riflette anche sugli altri settori dell’economia, visto il crollo delle spese per alimentazione, alloggio, trasporti, divertimenti, shopping e souvenir.
«Dietro ogni prodotto c’è una storia, una cultura e una tradizione che esprime la realtà di ogni territorio – conclude Coldiretti Puglia – Ecco perché bisogna valorizzare questo patrimonio, anche per aumentare la spinta propulsiva del Made in Italy sui mercati esteri».

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