I prezzi alla pompa dei carburanti per autotrazione viaggiano quasi tutti intorno ai due euro al litro. Grazie ad una impennata di quasi tutte le materie prime con il petrolio stabilmente sopra ai 90 dollari al barile. Due società: una di consumatori, consumerismo e una di studi e analisi, Alma Laboris Business School, hanno analizzato i prezzi di benzina e diesel negli ultimi vent’anni.
Ipotizzando un consumo medio di carburante pari a 2,5 pieni al mese, e considerati i listini attuali di benzina e gasolio, a fine anno una famiglia media si ritrova a spendere oggi mille e duecento euro in più. Tra l’altro, rileva sempre l’analisi si scopre che il parco veicolare italiano nel 2002 era composto da 25,7 milioni di auto a benzina, 6,4 milioni di auto a gasolio (dati Aci); mentre oggi si registra una situazione inversa, con 18 milioni di auto a benzina e 17,3 milioni di vetture diesel. Sulla base di tali dati, la spesa complessiva degli italiani per i rifornimenti di benzina e gasolio è passata dai 46,2 miliardi di euro del 2002 ai 91,7 miliardi di oggi, con un aumento di circa 45,48 miliardi di euro in 20 anni.
«La nostra ricerca si è poi soffermata sulla tassazione che vige sui carburanti: nel 2002 – afferma l’amministratore di Alma Laboris Business School, Dario Numeroso – la pressione fiscale sulla benzina (Iva e accise) raggiungeva il 71,3 percento, sul gasolio il peso delle tasse era pari al 64,8; oggi sulla verde la tassazione è scesa attorno al 60 percento, mentre sul diesel è del 55,5 percento. Nonostante il minor peso di Iva e accise, il rialzo dei listini equivale in proporzione a circa 20,6 miliardi di euro di entrate fiscali in più».
