Oggi è l’ultimo giorno di melina sulle trattative tra le forze politiche per l’elezione del tredicesimo capo dello Stato, da domani si fa sul serio.
Martedì 4 gennaio il presidente della Camera, Roberto Fico, spedirà ai deputati, ai senatori e ai consigli regionali la lettera di convocazione per l’elezione del presidente della Repubblica: un mese esatto prima della fine del mandato di Sergio Mattarella, previsto il 3 febbraio.
Rispetto ad una procedura, fissata dalla Costituzione e regolata da una prassi di dodici precedenti in 74 anni, questa volta potrebbero intervenire alcune novità significative per gli scrutini che partiranno presumibilmente il 20 gennaio. Infatti, la situazione della recrudescenza della pandemia con un’ondata che sta montando ogni giorno è monitorata dagli uffici di questura a Montecitorio. Tra le ipotesi che circolano c’è il cosiddetto voto contingentato, come avviene nel corso delle votazioni sulla fiducia al governo, quando, invece di rimanere in aula i parlamentari vengono invitati fuori dall’emiciclo proprio per evitare assembramenti.
D’altronde, così come previsto fin dalla votazione del primo presidente della Repubblica, il parlamento in seduta comune, più i delegati regionali, è solo un seggio elettorale e non “un’adunanza o un’assemblea”, di conseguenza non è previsto nessun dibattito o intervento di qualsiasi natura. Inoltre, sono allo studio soluzioni per consentire ai giornalisti e alle troupe di poter documentare l’evento più importante della politica istituzionale italiana.
Intanto, ieri è giunto l’appello di quindici autorevoli donne di cultura e spettacolo: Dacia Maraini, Edith Bruck, Liliana Cavani, Michela Murgia, Luciana Littizzetto, Silvia Avallone, Melania Mazzucco, Lia Levi, Andrée Ruth Shammah, Mirella Serri, Stefania Auci, Sabina Guzzanti, Mariolina Coppola, Serena Dandini, Fiorella Mannoia, che hanno invitato i grandi elettori «ad uno scatto, per eleggere una donna al Quirinale». Le intellettuali, pur non indicando nomi specifici ricordano che «molte donne hanno ottenuto stima, fiducia, ammirazione in tanti incarichi pubblici e ci rifiutiamo di pensare che queste donne non abbiano il carisma, le competenze, le capacità e l’autorevolezza per esprimere la più alta forma di rappresentanza e di riconoscimento». Chissà se saranno ascoltate.