Dopo il corteo che stamattina è partito dallo stabilimento ex Ilva di Taranto per arrivare a Palazzo di Città, in occasione dello sciopero dei lavoratori di tutti i siti del gruppo indetto dai sindacati, i rappresentanti di Fim, Fiom e Uilm – insieme a Cgil, Cisl e Uil – hanno incontrato il primo cittadino del capoluogo ionico, Piero Bitetti.
I sindacati chiedono «un cambio di passo immediato nella gestione della vertenza ex Ilva, con un intervento pubblico deciso in grado di garantire la tenuta sanitaria, occupazionale e impiantistica del sito siderurgico di Taranto».
Al sindaco del capoluogo ionico è stato consegnato un documento in cui si parla di «una fase storica in cui la città e i lavoratori possono finalmente vedere concretizzarsi una transizione industriale reale, basata sulla decarbonizzazione e sul pieno rispetto dei diritti al lavoro e alla salute».
Le parti chiedono di «dare centralità assoluta al processo di decarbonizzazione, definendo tempi certi e risorse adeguate, in un quadro di nuova autorizzazione ambientale che sancisca l’abbandono del ciclo integrale a carbone».
Comune e sindacati ritengono «indispensabile la definizione di un Accordo di Programma con Governo, Regione Puglia, enti locali e parti sociali» per garantire tutela occupazionale piena, misure straordinarie per i lavoratori di Acciaierie d’Italia in Amministrazione straordinaria, Ilva in Amministrazione straordinaria e dell’appalto, percorsi di formazione, screening sanitari periodici e una clausola sociale per l’indotto. «La transizione ecologica e industriale di Taranto non può più essere rinviata. Il tempo dei proclami è finito: servono scelte, atti e certezze», conclude la nota.
Comune e sindacati costituiranno un gruppo di lavoro congiunto dopo l’incontro del 28 ottobre a Palazzo Chigi.
I sindacati a Bitetti: «Ora servono risposte e unità»
“Adesso parlano i lavoratori!“. Comincia così il documento consegnato al sindaco dai sindacati. “Dopo mesi nei quali abbiamo ascoltato qualsiasi tesi fantasiosa sul futuro di Taranto e dell’intera provincia ionica – si legge nel testo – tornano a far sentire la propria voce i lavoratori, coloro i quali hanno pagato il prezzo più alto in 13 anni di vergognosa e irrisolta vertenza“.
I sindacati chiedono “che si metta fine alle propagande elettorali” e che si costruisca “un fronte comune su obiettivi chiari per garantire una giusta transizione ecologica e sociale“. Le sigle metalmeccaniche sottolineano come “le offerte vincolanti dei due fondi finanziari statunitensi dimostrino che è stato sbagliato accelerare sulla vendita dell’ex Ilva in assenza del compimento del piano di ripartenza”.
Per i lavoratori “è indispensabile che il governo si assuma la responsabilità di avviare da subito una dismissione graduale degli impianti inquinanti e la loro riconversione, per traguardare un processo di decarbonizzazione attraverso un forte intervento pubblico”. Serve, aggiungono, “un piano industriale sostenibile, con tempi certi e responsabilità definite. In una città alimentata da divisioni – conclude il documento – abbiamo il dovere di agire come comunità. Il momento è adesso: uniamo le differenze e troviamo soluzioni per una vera transizione ecologica”.