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Comunali Bari, Laforgia: «Decida il Pd le regole delle primarie. Accetterò l’esito del voto qualunque esso sia» – VIDEO

«Dico pubblicamente al Partito democratico di decidere, in piena autonomia e senza ulteriori, estenuanti trattative, quando, dove e come votare per le primarie. Ora il tempo è scaduto»

«Dico pubblicamente al Partito democratico di decidere, in piena autonomia e senza ulteriori, estenuanti trattative, quando, dove e come votare per le primarie. Chiamiamole primarie, a questo punto, visto che non si è voluto scegliere, insieme, un metodo nuovo, più rigoroso. Togliamo ogni pretesto a chi vuole dividere l’area progressista. Stabiliscano loro le regole e se ne assumano integralmente la responsabilità. Io accetterò l’esito del voto qualunque esso sia». Con questa dichiarazione Michele Laforgia, il candidato alle Comunali di Bari per la Convenzione, il cartello elettorale formato da partiti e movimenti di centrosinistra, compreso il M5s, accetta di svolgere le primarie con Vito Leccese, candidato del Pd, senza porre alcuna condizione sull’organizzazione.

Nei giorni scorsi il Pd aveva rifiutato di fare le primarie con pre registrazione bloccata 24 ore prima e con voto elettronico, c’era stata discussione anche sul numero di gazebo da prevedere. Per evitare la spaccatura della coalizione, oggi Laforgia accetta di fare le primarie alle regole del Pd. «Ora – dice Laforgia – il tempo è scaduto. Siamo a meno di tre mesi dal voto e occorre che la coalizione progressista assuma un volto e un’identità definita intorno a un candidato Sindaco e con un programma innovativo per il governo della città. Continuare a discutere delle regole non serve, perché è ormai evidente che sarà sempre trovato un pretesto per negare il consenso e ritardare ogni decisione, sino a quando sarà troppo tardi. Non possiamo e non posso consentirlo, per il bene dell’unità e nell’interesse della città. Un interesse che, per parte mia, prevale su qualsiasi altra cosa».

E «non si dica ancora una volta che abbiamo perso tempo – conclude – e potevamo votare sei mesi fa. Abbiamo provato per mesi a trovare un’intesa, di comune accordo, prima di tutto sui contenuti. Sei mesi fa Vito Leccese non era neppure candidato e nel Pd non c’era l’intesa sui propri candidati».

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