L’ex sindaco di Statte, Francesco Andrioli, è stato condannato a quattro anni e cinque di reclusione nel processo nato a seguito dell’inchiesta denominata “Domino” sul presunto voto di scambio politico-mafioso.
La sentenza è stata emessa dalla giudice per l’udienza preliminare, Giulia Proto, al termine del processo celebrato con rito abbreviato, che ha portato a un totale di 35 condanne per quasi 200 anni complessivi di carcere.
Tra i condannati figurano anche l’ex vicesindaca Marianna Simeone e l’ex assessore Ivan Orlando. Per quanto riguarda la classe politica, le condanne hanno recepito integralmente le richieste avanzate dalla Procura della Direzione distrettuale antimafia (Dda) di Lecce, che ha coordinato l’indagine con il pm Milto De Nozza.
Le accuse e il ruolo del clan
L’inchiesta Domino ha portato alla luce un presunto sistema in cui la politica locale avrebbe accettato il sostegno dei clan che dominavano l’area di Statte.
Al centro dell’indagine c’è il presunto sostegno elettorale fornito da un’organizzazione criminale, che sarebbe stata guidata da Davide Sudoso, per cui la Procura ha chiesto e ottenuto la pena più alta: 20 anni di reclusione con l’accusa di associazione mafiosa finalizzata al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti.
Secondo l’accusa, la cosca, sotto la direzione di Sudoso, avrebbe condizionato le elezioni comunali del 2021 che videro la vittoria di Andrioli, il quale avrebbe goduto dell’appoggio del clan.
