Vertenza Kyma a Taranto, partono 57 licenziamenti. Il sindaco è irremovibile

La vertenza Kyma ambiente è in una fase di stallo e la scure dei licenziamenti incombe ancora sul capo di cinquantasette dipendenti. Irremovibile il sindaco di Taranto che nell’ambito dell’incontro, l’ennesimo, che si è tenuto ieri mattina a Palazzo di Città alla presenza del presidente di Kyma ambiente Gianpiero Mancarelli e dei sindacati di categoria non ha dato speranze.

Almeno per il momento. Fp Cgil, Uiltrasporti, Fit Cisl, Fiadel, Usb e Siuls hanno chiesto la revoca della procedura di licenziamento collettivo ma Melucci ha espresso solo rassicurazioni in merito all’atteso contratto di servizi che, a quanto pare, sarà licenziato prima di Pasqua. I sindacati si dicono scettici vogliono fatti concreti che si aspettano di avere nel corso del prossimo consiglio comunale. Melucci ha espressamente dichiarato che per il momento non se ne parla di mettere in un cassetto la procedura per il licenziamento collettivo di una parte della platea complessiva di 350 lavoratori.

Dunque da un lato un netto no alla revoca dei licenziamenti e dall’altro l’annuncio di una variazione di bilancio «2,4 milioni di euro – ha detto Melucci – che serviranno all’adeguamento del contratto nazionale del lavoro che la municipalizzata aspetta da tempo». Rispetto all’annunciata variazione i sindacati ritengono sia unica in Italia anzi «strampalata» ha detto Sardelli della Fp Cgil. Poco convinto Carmelo Sasso della Uil trasporti «sono sfiduciato. Si è trattato di un incontro inutile. Non ci sono le basi per un risanamento della municipalizzata».

Ma i sindacati non si fermano tant’è che «nei prossimi giorni – ha annunciato Sasso – ci incontreremo per decidere quali azioni intraprendere perché di fatto nell’incontro di eri il sindaco ci ha ripetuto le stesse cose che ci disse a luglio. Tutte irrealizzate. Siamo scettici anche per quel che riguarda il nuovo contratto di servizi. Melucci vuole reperire altri sette milioni di euro per finanziare il nuovo contratto passando dagli attuali 30 milioni annui a 37.

Abbiamo rilevato che con i venti milioni annui di costi per il conferimento in discarica anche di frazioni raccolte come differenziata difficilmente si riuscirebbe a trovare un equilibrio tra costi e ricavi in mancanza di un incremento della differenziata che attualmente si attesta al 25%. Oggi l’Amiu fa alcuni servizi che non rientrano nel contratto di servizi e che quindi nessuno paga come la pulizia del litorale fino a Lizzano zona che rientra nell’isola amministrativa di Taranto e che è di competenza della municipalizzata tarantina. Anche la raccolta del legname per i falò che stanno effettuando in questi giorni non è pagata ma le spese ci sono».

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