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Taranto, Urso sul futuro dell’ex Ilva: «Nessun timore per i dazi sull’acciaio»

Siamo al rush finale presto si saprà il futuro dell’ex Ilva, non ha preoccupazioni il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso: «Ci sono tre grandi player che in questo momento sono alla fase di rilancio competitivo perchè noi a differenza del passato facciamo sempre delle gare con rilanci competitivi», ha detto Urso a margine del Summit internazionale sull’Intelligenza artificiale in corso a Parigi. «In questo modo – ha spiegato il ministro – sarà possibile assegnare l’ex Ilva a un player industriale internazionale che crede nello sviluppo della siderurgia green nel nostro Paese con l’obiettivo di realizzare a Taranto il più grande e il più avanzato impianto siderurgico green d’Europa».

Per questo «abbiamo presentato all’Europa e penso che se ne discuterà pienamente nel prossimo Consiglio di marzo un non paper per le regole del Carbon border adjustment mechanism (Cbam)», ha aggiunto Urso che non teme neanche i dazi di Trump. Ciò che immagina Urso o meglio ciò che annuncia è un grande sito industriale siderurgico, il più grande d’Eurpopa «green»

I sindacati

Dall’altro lato ci sono i sindacati, l’Usb non demorde e ribadisce che è fondamentale conservare nella proprietà una parte pubblica, per tutelare i lavoratori. «Continuiamo a ribadire con forza al governo che c’è bisogno della partecipazione pubblica nell’ex Ilva, anche perchè questa è l’ultima chiamata e non vogliamo correre il rischio di regalare lo stabilimento nelle mani di un soggetto estero che poi possa fare danni, così come è accaduto con ArcelorMittal», a ribadirlo è Francesco Rizzo dell’esecutivo nazionale Usb nel corso di una conferenza stampa in cui il sindacato ha fatto una panoramica sulle principali vertenze del territorio e ha annunciato l’ingresso nell’organizzazione di Pietro Pallini, fino al settembre scorso coordinatore provinciale della Uil di Taranto.

Non è tutto, il sindacato ribadisce che tutto questo il governo lo sa, il ministro è stato informato: «Abbiamo più volte detto al ministro Urso – ha aggiunto Rizzo – che ci vuole una forte partecipazione pubblica e che questa sia attiva e non passiva come quella che abbiamo avuto negli ultimi anni. Lo Stato deve accompagnare questo percorso e garantire che si faccia questa benedetta decarbonizzazione a tutela della salute e del futuro dei lavoratori». Ricordiamo che il 14 febbraio scadranno i termini della gara per l’aggiudicazione dell’impianto ex Ilva. Sono tre le società a concorrere per il gruppo: Jindal Steel International dall’India, Baku Steel dall’Azerbajian e Bedrock dagli Stati Uniti.

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