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Terremoto politico a Taranto: si dimettono i consiglieri comunali, cade l’amministrazione Melucci

Terremoto politico a Taranto. Sono state depositate stamattina, dinanzi al segretario del Comune, le 17 firme dei consiglieri comunali (sui complessivi 32) necessarie a far cadere l’amministrazione guidata dal sindaco Rinaldo Melucci.

Agli otto consiglieri di centrodestra e ai sette di centrosinistra, si sono aggiunti anche Vittorio Mele e Michele Patano.

Stamattina per primi si sono presentati i consiglieri di opposizione, poi si sono aggiunti alcuni consiglieri di maggioranza. Dopo un passaggio dal notaio i firmatari si sono recati negli uffici comunali decentrati per perfezionare il procedimento.

Un anno fa ci fu un’altra raccolta firme per determinare lo scioglimento, ma non arrivarono a 17 perché il consigliere comunale Luigi Abbate, all’epoca all’opposizione, non aderì all’iniziativa. In seguito è passato in maggioranza ed è diventato presidente del Consiglio comunale.

Melucci era al suo secondo mandato. Fu eletto la prima volta a giugno 2017 e nel novembre 2021 fu sfiduciato con una raccolta di firme che causò lo scioglimento anticipato e l’arrivo di un commissario. È stato rieletto nel giugno 2022 in quota Pd, sostenuto da un’alleanza di centrosinistra. Poi la maggioranza è mutata in seguito alla decisione del primo cittadino di allargare la maggioranza a Italia Viva e gli altri ex alleati sono passati all’opposizione. Una nuova crisi politica ha determinato la nuova raccolta firme che ha portato allo scioglimento anticipato con nuove elezioni previste a giugno.

Melucci: «In questi anni clima di continue divisioni»

«L’eredità che lasciamo dopo quello che sta accadendo – ha detto Melucci a margine dell’inaugurazione della Tangenziale Sud – e i fatti che abbiamo dimostrato in questi anni, compresa questa opera, credo sia la migliore risposta ai cittadini. Auguro a questa città ogni fortuna, bisogna fare un po’ di attenzione a selezionare la classe dirigente».

Melucci ha aggiunto che «credo sia un problema culturale questa divisione, questa schizofrenia continua, endemica. È ciò che poi consente ad altri poteri e ad altre intelligenze a Bari e a Roma di sopraffare sempre gli interessi di questo territorio. Non impariamo mai la lezione».

L’ormai ex primo cittadino del capoluogo ionico aggiunge che «credo che stiano accadendo cose che si stavano ripetendo in maniera ricorrente da due-tre anni e che non hanno niente a che fare con la politica. Consiglieri che cambiano all’improvviso senza alcuna motivazione il loro atteggiamento sono indotti da cose altre che non sta a me sindacare, altri verificheranno. Per fortuna in questi anni qualcosa per rimettere in moto la vita di questa città, il sistema economico, le infrastrutture, è accaduta».

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