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Taranto, dal Cretaceo a oggi: un ritratto geologico per pianificarne il futuro

Taranto ha ora il suo ritratto geologico ufficiale. Il 4 novembre è stato presentato presso il Dipartimento Jonico dell’Università di Bari il Foglio 493 «Taranto» della Carta Geologica d’Italia in scala 1:50.000, frutto di un’importante collaborazione tra ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), ASSET (Agenzia strategica della Regione Puglia) e l’Università degli Studi di Bari Aldo Moro. L’evento, che ha visto la partecipazione del sindaco Piero Bitetti e di numerose autorità tecniche e istituzionali, ha segnato un momento cruciale per la conoscenza scientifica di un territorio complesso, dove l’impronta industriale si intreccia con un patrimonio ambientale di grande valore.

Il Foglio copre non solo il capoluogo jonico ma anche comuni densamente popolati come Massafra, Palagiano, Statte, Crispiano e Montemesola, offrendo per la prima volta una rappresentazione dettagliata e aggiornata delle caratteristiche geologiche sia delle aree emerse che di quelle sommerse. Realizzato nell’ambito del progetto nazionale della Cartografia Geologica e Geotematica (CARG), questo strumento rappresenta un’infrastruttura scientifica strategica messa a disposizione di cittadini e amministrazioni per una pianificazione territoriale più consapevole.

Una ricerca sul territorio

Il lavoro di mappatura geologica ha richiesto cinque anni di lavoro, con quindici ricercatori e quattro curatori che insieme hanno redatto le Note illustrative, un volume di 200 pagine che accompagna la Carta: per realizzare questo lavoro sono state integrate metodologie classiche e innovative, combinando l’analisi di fotografie storiche, il telerilevamento satellitare, il campionamento diretto di affioramenti rocciosi e lo studio delle stratigrafie dei sondaggi. Il risultato è una ricostruzione straordinariamente dettagliata della storia geologica del territorio che abbraccia un arco temporale di ottanta milioni di anni, dal Cretaceo superiore fino alle dinamiche ambientali attuali.

Come sottolineato dal professor Massimo Moretti, responsabile scientifico del Foglio, la carta presenta numerosissimi dati che permettono di comprendere l’evoluzione del paesaggio jonico attraverso le ere geologiche. Particolarmente significativa è l’attenzione dedicata ai depositi legati alle attività umane: il team ha infatti analizzato spessori e caratteristiche dei terreni di riporto antropico, alcuni dei quali contenenti inquinanti come il cemento-amianto presente in alcune spiagge. La mappatura degli impatti antropici costituisce un vero e proprio report dello stato dei luoghi, direttamente utilizzabile per le azioni di monitoraggio e bonifica nel Sito di Interesse Nazionale di Taranto.

Il golfo sotto la lente

Un’attenzione particolare è stata riservata al settore marino del Foglio, dove le indagini hanno dovuto confrontarsi con la complessità introdotta dalle intense attività antropiche: pesca, mitilicoltura e traffico commerciale hanno reso particolarmente sfidante la raccolta dei dati. Tuttavia, grazie all’impiego di metodologie geofisiche avanzate e rilievi batimetrici ad alta risoluzione, i ricercatori sono riusciti a ricostruire con precisione la morfologia dei fondali e le principali strutture geologiche del sottosuolo marino.

Il lavoro ha restituito un quadro dettagliato delle dinamiche sedimentarie e geomorfologiche del Golfo di Taranto, con particolare riferimento alle aree sensibili del Mar Grande e del Mar Piccolo, due bacini che rappresentano ecosistemi marini di grande importanza ecologica. Queste informazioni sul settore sommerso, integrate con quelle terrestri, consentono per la prima volta di avere una visione d’insieme del sistema ambientale jonico.

Uno strumento per il futuro

Il nuovo dataset geologico, sia terrestre che marino, costituisce un riferimento essenziale per affrontare le sfide ambientali e territoriali di Taranto. Come ha evidenziato l’ingegner Elio Sannicandro, direttore generale di ASSET, la carta rappresenta uno strumento essenziale per la pianificazione territoriale consapevole e la progettazione di interventi responsabili, resilienti e a basso impatto ambientale.

La conoscenza geologica aggiornata e solida fornita dal Foglio è infatti il presupposto fondamentale per l’adozione di politiche efficaci di risanamento ambientale, mitigazione del rischio e resilienza territoriale. Non meno importante è stato l’aspetto formativo: il progetto ha coinvolto molti giovani pugliesi, permettendo loro di acquisire competenze spendibili in un mercato del lavoro sempre più orientato allo studio dell’ambiente.

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