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Taranto, si riunisce il Consiglio di fabbrica dell’ex Ilva: «Siamo a un passaggio storico». C’è anche Emiliano – VIDEO

C’era anche il presidente uscente della Regione Puglia, Michele Emiliano, al Consiglio di fabbrica permanente dello stabilimento ex Ilva di Taranto che si è riunito stamattina.

È stato convocato da Fim, Fiom, Uilm e Usb, con le categorie dell’appalto di Cgil, Cisl e Uil, dopo le «due giornate di mobilitazione che hanno visto una grande partecipazione dei lavoratori» di Acciaierie d’Italia, Ilva in As e appalto.

Al confronto, oltre a Emiliano, hanno partecipato il sindaco Piero Bitetti e il presidente della Provincia Gianfranco Palmisano.

«Le iniziative di sciopero in tutti i siti dell’ex Ilva – si legge nel verbale – hanno lanciato un chiaro messaggio al Governo: ritiro del ciclo corto e convocazione urgente di un unico tavolo a Palazzo Chigi». Il Consiglio denuncia che «il piano di rilancio non è stato realizzato», che «il prospettato piano di ripartenza degli impianti è rimasto incompiuto» e che resta in vigore la cassa integrazione «per un massimo di 4550 unità, destinata a 6000 con l’attuazione del piano corto», oltre ai «1500 di Ilva in A.S. già in cassa dal 2018».

Le Rsu sottolineano che «siamo a un passaggio storico per i lavoratori e la città di Taranto e serve pianificare un nuovo futuro capace di coniugare transizione ecologica, tutela ambientale, occupazionale e produttiva».

Il piano corto, aggiungono, «di fatto interrompe alcune attività, ferma le cokerie dal 1° gennaio 2026, aumenta la platea dei lavoratori inattivi e produce forti tensioni sociali». Il governo, viene puntualizzato nel verbale, «deve ritirare il piano e riaprire il confronto», garantendo la liquidità oltre marzo «per evitare il fermo di tutti i siti».

Tra le condizioni «imprescindibili» indicate: tre forni elettrici, quattro Dri dedicati, riavvio delle linee di finitura, clausola sociale per l’appalto, investimenti pubblici e misure straordinarie per Adi e Ilva in As. «Ci impegniamo – conclude il Consiglio di fabbrica – a trovare ogni strumento utile affinché le richieste trovino risposte concrete da parte di un governo che ha deciso di proseguire senza coinvolgere lavoratori e comunità ionica».

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