Taranto, si è conclusa l’indagine sul carcere: «Tangenti, favori e appalti»

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Si è conclusa l’inchiesta della procura e della guardia di finanza sui presunti casi di truffa, tangenti e appalti truccati nella casa circondariale di Taranto. Il pubblico ministero Vittoria Petronella ha notificato l’avviso di conclusione indagini a nove persone indagate a vario titolo e in concorso tra loro, per falso, truffa, corruzione e turbata libertà degli incanti.

Le accuse

Nel filone figura anche la ex direttrice del carcere Stefania Baldassari, estranea alla vicenda degli appalti truccati, ma accusata di truffa e falso, per aver attestato falsamente la sua presenza sul posto di lavoro con autocertificazioni, aggirando il sistema di rilevazione presenze, inducendo in errore la sua amministrazione di appartenenza per le corresponsioni delle indennità. La direttrice era stata anche interdetta dai pubblici uffici per un anno con il sequestro di circa 7mila euro, misura poi revocata in sede di riesame, che ha disposto il dissequestro delle somme.

Gli episodi di corruzione

Indagini chiuse a carico della dirigente del penitenziario Barbara Panunzio (difesa dagli avvocati Antonio Mancaniello e Danilo Ponzetta) e l’imprenditore Alberto Frangelli (difeso dall’avvocato Gianluca Mongelli) finiti entrambi ai domiciliari con Vincenzo Festinante (per il quale si procede separatamente). L’uomo, difeso dall’avvocato Egidio Albanese, ha chiesto di patteggiare la pena (si deciderà il 20 novembre). Tutti e tre sono accusati a vario titolo di corruzione e turbata libertà degli incanti. Secondo la procura sarebbero coinvolti nell’annullamento di una gara per un laboratorio di pasticceria in carcere e della realizzazione del relativo sito web, per favorire un’altra azienda con un nuovo bando. Oltre questo, alla Panunzio viene anche contestato di aver ricevuto denaro da parte di Alberto Frangelli, in cambio di un parere favorevole per una ditta specializzata in lavori di impermeabilizzazione da eseguire in carcere. Accuse che la donna ha respinto in sede di interrogatorio, negando di conoscere e di aver mai avuto contatti con l’imprenditore.

Gli amministratori

Tra gli indagati c’è anche il dirigente allo Sviluppo economico del Comune di Taranto ed ex direttore generale, Carmine Pisano, accusato di corruzione in quanto avrebbe velocizzato il versamento di un anticipo per l’acquisto di utensili per la cottura dei cibi, utili alla cooperativa di Frangelli per il laboratorio di pasticceria in carcere. Secondo la procura, Frangelli avrebbe chiesto a Pisano, in cambio di una impastatrice, di accelerare il pagamento dell’anticipo in favore dell’azienda aggiudicatrice della gara. Pisano, a sua volta, avrebbe poi ricevuto l’impastatrice consegnatagli proprio dal legale rappresentante dell’azienda, anche lui tra gli indagati.

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