Tensione altissima questo pomeriggio in via Giovan Giovine a Taranto, dove due donne sono salite sul tetto di un edificio già oggetto di sgombero, minacciando di lanciarsi nel vuoto. Il gesto disperato è arrivato a seguito dell’interruzione dell’erogazione idrica nello stabile, che ha esasperato ulteriormente le famiglie ancora presenti.
Sul posto sono intervenuti immediatamente Polizia di Stato, personale del 118 e Vigili del Fuoco, che hanno posizionato un materasso gonfiabile a scopo precauzionale. L’edificio era stato dichiarato inagibile lo scorso 19 aprile, in seguito al crollo di parte del cornicione. Il Comune di Taranto aveva emesso un’ordinanza di sgombero il 3 maggio e, come precisato dalla commissaria straordinaria Giuliana Perrotta, «sono state seguite le procedure previste, compresa la comunicazione ai fornitori di servizi per la sospensione delle utenze».
«La sicurezza delle persone è la priorità – ha dichiarato la commissaria Perrotta -. Lo sgombero è stato disposto per gravi motivi strutturali. In queste settimane gli uffici sociali hanno contattato le famiglie offrendo soluzioni alternative, ma una parte dei residenti rifiuta di lasciare l’immobile». Rivolgendosi direttamente alle donne sul tetto, Perrotta ha aggiunto: «Mi rivolgo a queste donne e all’interesse dei loro figli, della loro salute. Insieme al Comune cercheremo di individuare interventi per sostenerli. Certamente ci vuole la buona volontà anche da parte loro. Insistere per rimanere in una situazione di pericolo è una cosa che non è possibile».
Già ieri sera si erano registrate forti proteste, con diverse famiglie, rimaste improvvisamente senza acqua, scese in strada per chiedere spiegazioni e il ripristino dei servizi. Intanto, il Comune ha annunciato l’avvio di un confronto con il responsabile del CIS, l’onorevole Dario Iaia, per affrontare la complessa questione dell’emergenza abitativa a Taranto, anche con il supporto di un fondo dedicato da 40 milioni di euro.