Presidio dell’Unione sindacale di base (Usb) davanti alla Prefettura di Taranto. Questa mattina la sigla ha protestato contro l’approdo della nave Seasalvia, atteso in serata nel porto ionico. L’imbarcazione, già al centro delle proteste dello scorso 26 settembre, era stata autorizzata allora a caricare circa 30mila tonnellate di greggio, che secondo sindacati e associazioni locali sarebbero state destinate all’aviazione militare israeliana. Dopo la sosta a Taranto, la nave fece rotta verso l’Egitto.
Per l’Usb si intende ora «portare a termine nel porto di Taranto un nuovo carico di greggio destinato con ogni probabilità alle forze di occupazione di Tel Aviv. È già accaduto un mese fa, nonostante le proteste e i blocchi in solidarietà al popolo palestinese. Non può e non deve succedere ancora». Il sindacato aveva chiesto un incontro urgente al prefetto di Taranto, richiesta che, secondo l’Usb, è stata respinta.
«Prendiamo atto – afferma in una nota Francesco Marchese – della indisponibilità della Prefettura a confrontarsi sulla vicenda del conflitto in Medio Oriente ed in particolare per sull’attracco della Seasalvia nel porto di Taranto previsto per la serata di oggi. Chiaro il tentativo di eludere il confronto, come evidente espressione di una scelta politica. Come Usb, abbiamo comunque consegnato alla Prefettura un documento di richiesta di revoca dell’autorizzazione all’attracco». Per l’organizzazione sindacale «sarà necessario mobilitarsi di nuovo per ribadire che Taranto non è disposta a diventare ingranaggio della dilagante economia di guerra che alimenta il genocidio dei palestinesi e affama i lavoratori, le lavoratrici e i settori sociali più deboli di tutti i popoli del mondo».









