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Taranto, l’autopsia conferma le patologie dell’ex sindaco Cito: «L’assistenza non fu carente»

La Procura della Repubblica ha restituito ai familiari la salma di Giancarlo Cito, ex sindaco ed ex deputato morto a 79 anni l’11 maggio scorso dopo una lunga malattia. Nei giorni scorsi il medico legale Franco Introna ha eseguito l’autopsia sul corpo di Cito dopo che la sorella maggiore ha presentato denuncia contro la struttura in cui ha trascorso gli ultimi mesi, la Cittadella della Carità. E proprio a difesa della struttura, si schiera ora la Fials, col rappresentante sindacale Leonardo Tursi che respinge le accuse di carenza assistenziale.

L’indagine

Dopo la denuncia della sorella di Cito, più grande di tre anni, il pubblico ministero Salvatore Colella ha affidato l’esame autoptico dal quale, secondo prime indiscrezioni, non sarebbe emersa alcuna responsabilità da parte del personale medico e infermieristico della struttura, bensì una condizione generale gravissima, compromessa dalla presenza di diverse metastasi tumorali. Sono cinque i professionisti iscritti nel registro degli indagati, atto dovuto, per ipotesi di omicidio colposo o lesioni personali colpose in ambito medico. Tra gli indagati figurano tre medici dell’Rsa “L’Ulivo”, dove Cito era ricoverato da anni e altri due medici, uno del reparto di Chirurgia dell’ospedale “Santissima Annunziata” e uno del reparto di Chirurgia generale dell’ospedale di Martina Franca, dove il politico sarebbe stato portato in più occasioni per cure negli ultimi mesi.

Le reazioni

Eseguita l’autopsia disposta dalla Procura della Repubblica, i funerali dell’ex sindaco sono stati fissati per domani alle 17 nella concattedrale di Taranto. Sul caso, come detto, interviene la Fials. «L’assistenza è stata conforme agli standard professionali e svolta con grande umanità. Le condizioni cliniche del paziente, già note all’inizio dell’indagine in corso, sono la causa reale del decesso, senza responsabilità della struttura o del personale», dice Tursi. «A conferma di tanto, cè la circostanza che alcuni familiari hanno espresso gratitudine per le cure ricevute. Tutto ciò è avvenuto nonostante le difficoltà note nel settore, affrontate quotidianamente con dedizione. Confidiamo nel lavoro della magistratura», conclude Tursi.

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