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Sviluppo e Lavoro Taranto

Taranto, l’appello del sindacato a Crosetto: «L’Arsenale militare resti un polo industriale»

«L’Arsenale militare di Taranto, sebbene abbia aperto le porte al turismo, resta e ambisce a restare un polo industriale, uno stabilimento che affronta sfide importanti: investimenti in risorse strumentali e umane». È quanto affermano i coordinatori della Difesa della Fp Cgil di Taranto, Pietro Avellino e Paolo Zuzolo, e i segretari territoriale e generale dello stesso sindacato, Grazia Albano e Mimmo Sardelli, in una lettera aperta al ministro della Difesa, Guido Crosetto.

«Il luogo simbolo della produttività di questa parte del Sud non può trasformarsi in un’opera di mera musealizzazione», scrivono i sindacalisti esprimendo «la preoccupazione dei lavoratori per il futuro di un sito di interesse nazionale, dal punto di vista produttivo, della difesa e socio-culturale, come l’Arsenale di Taranto».

A mancare, aggiungono, «sarebbero soprattutto le risorse umane. Basti pensare che, nel giro di qualche anno, si è passati da 1.400 lavoratori civili impiegati all’interno dello stabilimento a circa 860». Di qui la necessità, avvertono, «di un congruo numero di assunzioni per rafforzare le proprie capacità di intervento in house, garantire il futuro dello stabilimento come opificio in grado di operare in sinergia con il ministero della Difesa e scongiurare l’esodo dal Sud del Paese delle attività sulle unità navali».

Per l’organizzazione sindacale, che sollecita «un incontro urgente al ministro Crosetto», occorre «assumere e mantenere le attività nell’Arsenale di Taranto e negli altri siti della difesa presenti sul territorio, per offrire opportunità lavorative ai giovani, tutelare l’indotto e salvaguardare l’economia locale».

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