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Taranto, l’affondo di Michele Riondino: «Ora ci additano come violenti. È terrorismo»

«La stampa per l’ennesima volta perde le staffe, la ragione e si trasforma in un vero e proprio organo terrorista». Non usa mezze parole l’attore e regista tarantino Michele Riondino riferendosi, in un post pubblicato sui social, ai resoconti di alcuni organi di informazione in relazione alla contestazione di ieri da parte di un gruppo di attivisti al sindaco Piero Bitetti, che ha poi rassegnato le dimissioni.

Alla protesta hanno partecipato anche attivisti del Comitato Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti, di cui Riondino fa parte essendo anche tra i direttori artistici del concertone dell’1 maggio a Taranto.

«Sono settimane – insiste l’artista – che le associazioni e i comitati si riuniscono per strada armate di megafono, settimane che ci si confronta sul destino della città. Settimane che ci si confronta con consiglieri e assessori. Settimane che si ragiona su proposte e modalità di protesta. Settimane che pacificamente ci si oppone al disegno del governo nazionale, regionale e sindacale e sono settimane che la stampa ci ignora. Ora, come per magia, si sveglia e ci addita come violenti».

Riondino, con un pizzico di ironia, ricorda che «noi violenti che dal 2012 non abbiamo scagliato una pietra, noi che non abbiamo mai creato problemi a nessuno, ora vogliono dipingerci come balordi e violenti, e chissà quanti ci cascheranno in questo trucco barbaro».

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