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Taranto, Urso e Bernini inaugurano il Tecnopolo: «Accompagnerà la transizione ecologica»

È stato inaugurato stamattina a Taranto il Tecnopolo mediterraneo per lo sviluppo sostenibile, un hub definito strategico per la transizione ecologica e la valorizzazione delle competenze scientifiche e tecnologiche del Mezzogiorno. All'inaugurazione hanno partecipato, tra gli altri, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, e la ministra dell'Università e della Ricerca,…
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È stato inaugurato stamattina a Taranto il Tecnopolo mediterraneo per lo sviluppo sostenibile, un hub definito strategico per la transizione ecologica e la valorizzazione delle competenze scientifiche e tecnologiche del Mezzogiorno.

All’inaugurazione hanno partecipato, tra gli altri, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, e la ministra dell’Università e della Ricerca, Annamaria Bernini.

Per far partire il progetto, atteso da anni, il Mur ha stanziato, con un apposito fondo, due milioni di euro. L’Istituto di Ricerche Tecnopolo Mediterraneo per lo Sviluppo sostenibile, istituito con la legge di Bilancio del 2019, si affianca ad altri due poli di eccellenza già attivi: il Centro nazionale per l’intelligenza artificiale di Torino e il Chips.IT di Pavia.

Tra gli altri erano presenti all’evento inaugurale il prefetto di Taranto Paola Dessì, il commissario straordinario del Comune di Taranto Giuliana Perrotta, il presidente della Camera di Commercio di Taranto e Brindisi Vincenzo Cesareo e il presidente della Fondazione Tecnopolo Antonio Messeni Petruzzelli.

Urso: «Il Tecnopolo accompagnerà la transizione ambientale»

«Raggiungiamo l’obiettivo che ci eravamo prefissati, quello di un Tecnopolo che possa accompagnare, indirizzare, la transizione ambientale, coniugando al meglio, e lo faremo qui a Taranto, green e imprese, salute e lavoro», ha affermato il ministro Urso, evidenziando che «questo tassello era decisivo nel percorso verso la piena decarbonizzazione dello stabilimento siderurgico, così da poter diventare, esso sì, un modello di transizione ambientale e nel contempo un polo di sviluppo per le altre imprese che si insedieranno a breve a Taranto».

Nel progetto di sviluppo sulla transizione ambientale e riconversione industriale del Governo, ha aggiunto Urso, «questo è un caposaldo significativo che si aggiunge agli altri, alla fondazione Chips.IT di Pavia sulla transizione digitale e al Centro nazionale per l’Intelligenza artificiale di Torino e a quelli che abbiamo messo in rete. Pensiamo al Cineca di Bologna dove si è sviluppato il più importante super calcolatore al mondo e all’Istituto Robotica di Genova che è un gioiello della tecnologia italiana». In questi «poli – ha osservato Urso – si inserisce Taranto. Questo è un progetto strategico del Paese che il governo di Giorgia Meloni ha voluto realizzare perché noi siamo sì il Paese del futuro industriale in Europa».

Bernini: «Ora possiamo riportare qui i cervelli in fuga»

«Nel Tecnopolo, ospitato attualmente nella sede della Camera di Commercio, si apre una nuova pagina», ha dichiarato la ministra Bernini. «Non è una ripartenza – ha sottolineato -, è una nuova pagina, la pagina dello sviluppo sostenibile, la pagina della ricerca al servizio dell’innovazione. La ricerca salverà il mondo, la ricerca salverà quello che rimane dei dolori di Taranto. Qui faremo ecosistema. Porteremo università, ricerca, imprese, terzo settore, porteremo tutto quello che è necessario per fare di Taranto non solamente la punta dell’Italia o un confine dell’Europa ma il cuore del Mediterraneo».

La ministra ha puntualizzato che «per portare nuovi ricercatori stranieri in Italia ci vogliono le infrastrutture perché i ricercatori sono come le rondini, seguono le infrastrutture di ricerca e i progetti di ricerca. Questa del Tecnopolo è fisicamente una infrastruttura di ricerca capace di riportare in Italia i cervelli in fuga».

Il ministro Urso ha concluso evidenziando che «servono investimenti privati, per questo abbiamo fatto una buona legge sul partenariato pubblico-privato perché qui bisogna svilupparlo, altrimenti non c’è ricaduta. Altri avevano promesso e noi come sempre l’abbiamo realizzato. Noi siamo il Governo del fare».

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