«Il futuro di Taranto si decide al ministero dell’Ambiente. Chiediamo al sindaco di Taranto Piero Bitetti un atto di coraggio. Deve fermare l’autorizzazione integrata ambientale il cui parere istruttorio conclusivo si discute domani (oggi per chi legge n.d.r.), altrimenti Taranto sarà condannata per altri 12 anni». Così gli ambientalisti Alessandro Marescotti, presidente di Peacelink, Fabio Matacchiera del fondo Antidiossina e la pediatra Annamaria Moschetti.
Al sindaco è stata inviata una dettagliata lettera, con tutte le criticità che la nuova Aia contiene. «Il sindaco chieda un rinvio per redigere un parere sanitario ampio, aggiornato e fondato su dati completi», dice Marescotti.
Cinque i punti critici evidenziati: mancanza di valutazioni sulla salute dei lavoratori, aggiornamenti epidemiologici inesistenti, assenza di monitoraggi sugli effetti dei wind days (i giorni in cui il vento sparge sulla città polveri ferrose) e sullo sviluppo neurologico infantile, mancanza di trasparenza (solo il gestore ha potuto presentare osservazioni al parere finale) e violazioni degli impegni climatici internazionali. «L’accordo con gli enti locali – dice Marescotti – è un imbroglio. Non dà garanzie, può essere violato. Lo Stato ancora una volta promette a parole una cosa e nelle segrete stanze decide per altro.
Ad oggi non si conoscono le condizioni di salute dei lavoratori, non esiste impatto sanitario sulla loro salute, sono invisibili e senza diritti. Solo il sindaco può chiedere una valutazione sanitaria, può prescrivere l’acquisizione degli elenchi di lavoratori esposti alle sostanze. Sappiamo solo che in 18 mesi si sono ammalati di tumore 107 operai del Tarantino, uno a settimana (dati Inail). Ma non si fanno screening e lo studio Forastiere non è stato più aggiornato. Avremmo potuto contare i morti dopo i decreti salva-Ilva.
Danni sul neurosviluppo
Per Moschetti vanno subito fermate le immissioni di sostanze neurotossiche. «A Taranto si registra un +50% di casi di autismo rispetto alla provincia. È un dato inaccettabile». Dalle indagini scientifiche, emerge che più ci si avvicina allo stabilimento, più ci si trova in presenza di disturbi del neurosviluppo, piombo nel sangue, comportamenti aggressivi tra i bimbi.
Per Fabio Matacchiera, fin dagli anni Novanta impegnato a denunciare l’inquinamento, «non c’è stato un governo meglio dell’altro. Nessuno vuol essere impopolare e fermare la fabbrica. Si preferisce sacrificare Taranto. Al prossimo Consiglio comunale dobbiamo far sentire la nostra voce».