Taranto e la crisi ambientale. Volpe: «Serve personale in sanità»

«Taranto penalizzata dall’emergenza Ilva merita più risorse per la sanità». È il grido d’allarme del presidente dell’ordine delle professioni infermieristiche di Taranto, Pierpaolo Volpe, preoccupato per il quadro economico della Regione appena certificato dalla sezione regionale Corte dei Conti che «non consentirà per il 2023 e 2024 di poter assumere altro personale». A pagarne le conseguenze, secondo Volpe, «sarà proprio la sanità tarantina, penalizzata da una dotazione organica non in linea con gli standard di fabbisogno di personale secondo l’agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali. Ancora una volta ci si dimentica di Taranto e della condizione sanitaria connessa all’emergenza ambientale Ilva, che già da adesso impone la necessità di avviare un’importante attività di prevenzione e screening per patologie neoplastiche». Per Volpe la provincia di Taranto dovrebbe ricevere risorse ad hoc per far fronte ai bisogni di salute della popolazione. «Ha pagato fino ad oggi e pagherà anche per i prossimi anni un tributo importante in termini di vite umane per l’incremento di malattie croniche non trasmissibili tra cui spiccano i tumori e le malattie respiratorie per la più grande acciaieria d’Europa che rappresenta l’uno per cento del Pil italiano».

«La permanenza del tetto di spesa – aggiunge ancora Volpe – lega le risorse da destinare al personale del servizio nazionale sanitario ad una legge del 2010 voluta dall’allora ministro Tremonti, che tiene conto della spesa del 2004, a cui va decurtato l’1,4 per cento. Tetto di spesa che nessun governo ha avuto il coraggio di modificare negli ultimi 13 anni». Se si guardasse ai dati del personale suddiviso per provincia tenendo conto del fabbisogno comparato alle strutture per tipologia di complessità assistenziale e numero di assistiti, si scoprirebbe che Taranto, nonostante le circa mille assunzioni dal 2019 ad oggi, rimane la provincia maggiormente sottodimensionata. Le assunzioni non sono servite a coprire l’importante carenza di personale. I timori per alcuni importanti progetti sono concreti e il presidente Volpe spiega anche perché. «Sono seriamente preoccupato per il futuro del policlinico SS.Annunziata che poi diventerà policlinico San Cataldo e soprattutto per la futura sede del polo formativo universitario che dovrebbe nascere con un ulteriore impegno di spesa di 25 milioni euro nel complesso dell’azienda ospedaliera San Cataldo. Oltre ai 25 milioni per la costruzione del polo universitario, saranno necessarie importanti risorse di bilancio che dovranno essere strutturali per la provincia ionica per consentire la nascita dell’azienda ospedaliera SS. Annunziata ora e San Cataldo tra qualche anno».

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