Annagrazia Angolano
«La priorità sono sicuramente i nidi comunali. Nonostante le rassicurazioni della commissaria per un inizio anno d’anno sereno per i bambini da zero ai tre anni, non è stato però specificato l’iter amministrativo che lascerà gli asili pubblici», dice Angolano.
«Per quanto riguarda l’ex Ilva sono per il fermo no ad un’Aia che condanna la città a dodici anni di produzione a carbone che sarà incrementata. Siamo per la chiusura delle fonti inquinanti, la bonifica e l’accordo di programma per il reintegro dei lavoratori, puntando verso una riconversione economico-sociale della città».
Per la candidata del M5s, «il decoro urbano passa da una raccolta differenziata mai partita e che necessita di una formazione culturale del cittadino. Strade decorose sono le strade pulite, un servizio che rientra nell’ordinaria amministrazione ma che fino ad ora è rientrato nello straordinario. Vogliamo la cura di tutti i quartieri, anche quelli periferici, con azioni quotidiane. Immagino una città che sappia abbracciare tutte le zone non escludendo nessuno. Le periferie sono state completamente abbandonate e noi intendiamo riqualificarle con spazi verdi e campetti messi a disposizione delle famiglie, ci attiveremo per il potenziamento dell’illuminazione. Al Paolo VI abbiamo aperto lo sportello al cittadino per il disbrigo delle pratiche, replicheremo negli altri quartieri».
Piero Bitetti
«Le priorità sono rivedere la macchina organizzativa per poter contare su un apparato amministrativo efficiente e fare il punto sui finanziamenti destinati a Taranto. Vogliamo guidare la transizione verso un nuovo modello di sviluppo. Non possiamo più accettare ricatti occupazionali o assistere da impotenti spettatori a decisioni prese altrove che penalizzano il nostro territorio, mettono a rischio la salute e deturpano l’ambiente. Dal governo ci aspettiamo risposte chiare sul futuro dell’ex Ilva a partire dall’Aia, non siamo più disposti a subire. A rimetterci però non devono essere i lavoratori. Serve un piano industriale che tenga insieme la tutela della salute, la salvaguardia dell’ambiente e la continuità occupazionale. Pretendiamo di conoscere tecnologie e investimenti per un ciclo produttivo sostenibile, con monitoraggi pubblici, costanti e accessibili a tutti, instituendo un tavolo permanente di vigilanza ambientale».
E per quanto riguarda decoro urbano e periferie, per Bitetti «serve un nuovo modello di raccolta differenziata, quello attuale va rivisto. Non ci piace parlare di periferie, vogliamo una Taranto policentrica fatta di quartieri con pari dignità con collegamenti potenziati, infrastrutture viarie e trasporti pubblici migliorati, parchi e giardini».
Mario Cito
Le parole d’ordine del figlio dell’ex sindaco Giancarlo Cito sono «pulizia, ordine, rispetto e civiltà». «Il tarantino – dice – va rieducato e il primo cittadino deve dare l’esempio girando per le strade per rendersi conto di cosa non va e trovare soluzioni. L’educazione e il senso civico sono importantissimi. Bisogna partire dalle cose semplice, risolvere i problemi di tutti i giorni per poi guardare più in grande». Riguardo all’ex Ilva, Cito dice «basta alle morti, alle malattie e a un ambiente inquinato. Si alla decarbonizzazione e a una fabbrica più piccola ma green».
Per il decoro urbano «abbiamo dimostrato negli anni in cui era sindaco mio padre che una città più vivibile va di pari passo con una maggiore civiltà dei tarantini. Basta con l’anarchia totale, ognuno fa ciò che vuole senza mostrare rispetto per gli altri e per il bene comune. Nel nostro programma c’è un’attenzione particolare alla piantumazione degli alberi e non tagliarli come è accaduto in via Dante dove hanno realizzato una pista ciclabile».
Quanto alle periferie, per Cito «A Paolo VI e Tramontone ci sono buste di spazzatura abbandonate, con i topi che la fanno da padrone. Una situazione disgustosa. Le periferie vanno tutte rivalutate e aiutate a vivere meglio in ambienti più dignitosi. Basta risolvere un paio di problemi al giorno e in cinque anni le cose possono cambiare».
Mirko Di Bello
«Per prima cosa rimetteremo in moto il Comune come motore di equità, ascolto e servizi iniziando da una riforma profonda della macchina amministrativa con lo snellimento delle procedure, digitalizzazione totale, un unico portale per accedere a tutti i servizi. Particolare attenzione alla raccolta differenziata che deve essere semplice e efficace. Migliorare viabilità e parcheggi, abbattere le barriere architettoniche. Creare aree verdi per gli amici a quattro zampe».
Sull’ex Ilva, dice Di Bello «non crediamo nella decarbonizzazione come panacea né nei forni elettrici che continuerebbero a produrre inquinamento. L’alternativa è promuovere la riconversione economica grazie agli 800 milioni di euro del Just Transition Fund e puntare sulla blue economy». «Il decoro urbano è un diritto dei cittadini. Partiremo da un piano straordinario di riqualificazione. Recupereremo e valorizzeremo i parchi. Punteremo al gemellaggio con Sparta e con Brest. Ci impegneremo per portare a Taranto la Fiera internazionale dei Velieri. Per le periferie ci vogliono interventi immediati con un piano di riqualificazione mirato per strade, marciapiedi, fognatura, illuminazione, l’arredo urbano, la sicurezza e la pulizia».
Luca Lazzàro
«La mia priorità è far camminare la macchina amministrativa attualmente incancrenita, creare una squadra di lavoro che porti allo sviluppo della città, intervenire con azioni mirate nella quotidianità». Per quanto riguarda l’ex Ilva, Lazzàro è chiaro: «vogliamo la chiusura di tutte le fonti inquinanti ed avviare un reale processo di decarbonizzazione. È necessario tutelare tutti i lavoratori della fabbrica e cercare delle soluzioni concrete come ha già fatto recentemente il governo Meloni. Servono necessariamente un maggior sviluppo e investimenti per dare a Taranto il giusto peso».
Per quanto riguarda il decoro urbano e le periferie «queste ultime sono al centro del nostro programma a cui terremo fede. I quartieri periferici sono stati troppo spesso dimenticati ed ora dobbiamo cercare di recuperare il tempo perso. Servono servizi e maggiori controlli da parte della polizia locale. Se ci facciamo un giro per le vie della città notiamo che il verde pubblico è mal curato, c’è sporcizia e degrado. Uno dei nostri compiti sarà quello di migliorare il decoro urbano intervenendo immediatamente nelle zone con palesi criticità con azioni mirate di pulizia nelle aree più degradate e impegnarci a riqualificarle».
Francesco Tacente
«La priorità è ripristinare Palazzo degli Uffici. È diventato un simbolo di rassegnazione. Rivitalizzare la città vecchia, raccontata per troppo tempo come un problema con degrado, delinquenza e palazzi che crollano. Vogliamo risolvere la questione degli asili nidi comunali che devono restare pubblici».
Sull’annosa vertenza dell’ex Ilva Tacente spiega che «il Comune non ha poteri decisionali ma deve essere interlocutore privilegiato e difendere gli interessi del territorio. Se la fabbrica deve continuare a produrre siamo per la decarbonizzazione, accelerare i tempi e favorire l’occupazione».
E sui temi decoro e periferie, per Tacente «il decoro urbano è rispetto, dignità, casa. Abbiamo 154 milioni di euro da spendere per la riqualificazione del verde e della cura dei quartieri. Dobbiamo puntare sul rafforzamento della raccolta differenziata con una campagna di informazione e sensibilizzazione, applicando un’attività sanzionatoria. Per le periferie riteniamo che non devono esistere zone di serie B, ogni cittadino ha diritto agli stessi servizi e alla stessa qualità della vita. Apriremo presidi in ciascun quartiere prendendo ad esempio il comitato di Tramontone».